Frontiera. In turco, inglese, arabo e persiano, curdo, le frontiere della Settimana dell’Orgoglio (Onur Haftası) che si apre il 25 giugno a Istanbul si fanno inclusive. La 26^ settimana dell’orgoglio “Onur Haftası” si concluderà poi il 1° luglio con la sedicesima marcia per i diritti LGBTI.
Sono più di vent’anni che il movimento si batte per reclamare pubblicamente i propri diritti.
La prima “Settimana della libertà sessuale” in Turchia è stata organizzata nel 1993. Quell’anno la marcia fu proibita dalla municipalità e si concluse con numerosi arresti, espulsioni e processi nei confronti dei partecipanti. Nei dieci anni successivi la marcia dei diritti è stata sempre vietata e i collettivi attivisti per i diritti LGBTI tra cui Kaos GL hanno continuato a organizzare attività e conferenze.
La marcia è stata realizzata di nuovo solamente dieci anni dopo, nel 2003, con la partecipazione di poche decine di persone. Nei dieci anni successivi la partecipazione alla marcia conclusiva della settimana dell’orgoglio è aumentata sempre di più fino al 2013, anno in cui secondo gli organizzatori oltre 100.000 persone si sono riversate sulla via Istiklal facendo del pride di Istanbul la manifestazione LGBTI più partecipata del Medio oriente.
Dal 2015 la manifestazione è stata nuovamente vietata con il pretesto di “pericolo terrorista e disturbo della sensibilità pubblica” e dal 2016 la marcia è organizzata attorno al grido di “Dağılalım“ ovvero “Disperdiamoci”. Per aggirare i divieti e gli scontri con la polizia da tre anni si tratta infatti di una “marcia diffusa” in diverse parti della città.
La settimana dell’orgoglio quest’anno coincide con la quarta udienza degli attivisti arrestati nel corso della marcia dell’orgoglio trans del 2017 e con la ventottesima udienza del processo dell’assassino per omofobia di Ahmet Yıldız ucciso nel 2008.
Tra le attività in programma nel corso della settimana corsi di tecniche di difesa per donne, atelier di DJset, videoattivismo, proiezioni di film e documentari a cura di KuirFest, informazione e prevenzione HIV, laboratori di clowneria, bondage, difesa legale, pittura murale, zumba queer, speed dating, veganesimo… Tutte queste attività si terranno in diversi teatri, bar, centri culturali e al palazzo della giustizia della città. Tra le tavole rotonde e le conferenze saranno affrontati invece temi come la discriminazione delle persone LGBTI rifugiate e in carcere, il movimento LGBTI nella letteratura, il supporto sanitario e psicologico per chi è vittima di abusi e violenze per omofobia, l’esenzione militare per omosessualità riconosciuta come disturbo “psicosessuale”.
Inoltre come ogni anno verranno assegnati i premi “pomodori agli ormoni” per l’omofobia, la bifobia e la transfobia.