“Questa storia è la tua, questo ambiente e questa natura sono nostri, Hasankeyf è di tutta l’umanità”. Inizia così la dichiarazione del collettivo HYG-Hasankeyf’i Yaşatma Girişimi (Iniziativa per far vivere Hasankeyf) impegnato da anni nella denuncia del disastro storico-ecologico della Valle del Tigri.
Il 7 e l’8 giugno, durante la Terza Giornata Mondiale di Hasankeyf si sono svolte azioni di protesta a livello internazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione. L’11 giugno 2019 è stata annunciata infatti la chiusura della diga Ilısu per la messa in moto della centrale idroelettrica dalla produttività stimata di 50 anni e che in un arco di tempo compreso tra i quattro e gli otto mesi dovrebbe comportare la sommersione completa di Hasankeyf. Dichiarato area archeologica dal 1978, il sito di Hasankeyf risale a 12 mila anni fa ed è tuttora abitato. Tuttavia l’innalzamento dell’acqua non si è realizzato come annunciato. Molti dei lavori di costruzione di strade e protezione dei monumenti infatti non sono stati ancora completati.
Per questa ragione, martedì 25 giugno, è stata organizzata a Istanbul l’iniziativa ‘Per Hasankeyf non è tardi!’, un incontro-concerto di attivisti, artisti, musicisti per ricordare che non è ancora troppo tardi per gli oltre 300 cumuli archeologici ancora da scavare dispersi nella Valle del Tigri, per le decine di specie non ancora estinte, per gli abitanti di Hasankeyf di oggi e di ieri, per la tutela di un sito patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e del più grande bacino idrico del Medioriente. Su change.org è stata lanciata una campagna che ha superato le 10.000 firme.
Appuntamento martedì 25 giungo ore 21.00 al Collective Terrace, Beyoğlu/İstanbul.
Le fotografie mostrano la situazione dei lavori in corso a maggio 2018, di Redazione.