Il festival “Venezia a Napoli. Il cinema esteso” che sotto la direzione artistica di Antonella Di Nocera ripropone da anni film e incontri dalla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è giunto alla sua 10^ edizione. Quest’anno il festival, un’occasione unica nella città di Napoli dove molti dei film presentati a Venezia neanche arrivano in sala, si svolgerà interamente online dal 14 al 20 dicembre su MYmovies con dirette quotidiane, oltre 30 ospiti e più di 20 film e anteprime dopo Venezia.
Mercoledì 16 dicembre Venezia a Napoli ospiterà il film “Hayaletler” (Ghosts), primo lungometraggio della regista Azra Deniz Okyay, in anteprima nazionale dopo il successo ottenuto a Venezia dove ha ricevuto il premio come Miglior Film alla Settimana della Critica. Il film sarà introdotto da un incontro in cui Lea Nocera, come direttrice di Kaleydoskop, dialogherà con la regista.
Il film è ambientato durante un singolo giorno nell’ottobre 2020. La storia intreccia tra loro i fili delle vite di quattro protagonisti: Iffet, una madre che cede all’illegalità per trovare il denaro per aiutare il figlio ingiustamente incarcerato; Ela, una maestra artista-attivista che lotta per la comunità LGBTQ e per i diritti delle donne e dei bambini credendo ancora in un domani migliore; Didem, una giovane e ambiziosa ballerina che tenta di trovare il suo posto al sole; Raşit, un intermediario usuraio che sfrutta gli immigrati siriani affittando loro camere a prezzi maggiorati. Tutti loro gravitano in una Istanbul spaccata tra nuovi e costosi edifici e ruderi diroccati tipici della gentrificazione per creare la “Nuova Turchia”, sotto il controllo serrato della polizia. Il tutto scandito da un improvviso blackout. La regista racconta così il suo lavoro:
“Volevo solo ritrarre la mia generazione, i miei amici. La nostra energia, la nostra luce è rimasta bloccata per tanti motivi diversi. Ho iniziato a scriverlo solo per respirare. Non ho scelto specificamente questo argomento come mio primo lungometraggio, stavo solo reagendo a ciò che accadeva intorno a me. Mentre sviluppavo la sceneggiatura ho utilizzato un sistema matematico e dinamico che riuniva tutti i diversi personaggi e li collegava tra loro come un effetto domino. Ho lavorato ai vari elementi stilistici del film proprio creando una forma ibrida. L’interruzione di corrente è diventata una metafora per portare il pubblico nell’oscurità. I miei personaggi cercano la luce proprio come fa la nuova generazione in Turchia.”