La pesca delle acciughe è un’attività molto sviluppata in Turchia, non solo nelle zone del Mar Nero, tra le città di Ordu e Hopa ma anche nel Mediterraneo, nell’Egeo e nel Mar di Marmara. Con l’impiego di circa 20 mila pescherecci la stagione inizia solitamente il 1° settembre e dura 137 giorni, periodo in cui le reti vengono lasciate in mare ininterrottamente. Il resto dell’anno la pesca viene vietata per permettere ai pesci di deporre le uova e per garantire un ciclo di crescita. Tuttavia negli ultimi anni l’inquinamento delle acque, i cambiamenti climatici e la pesca illegale minacciano gravemente la produzione. Infatti, nonostante fino a novembre nel giro di due mesi e mezzo di pesca siano state contate 200 mila tonnellate di acciughe, da dicembre in poi questi pesci sembrano essere spariti dalle consuete aree del Mar Nero. In particolare l’innalzamento delle temperature rispetto alla norma stagionale ha costretto le acciughe a spostarsi verso le acque della Russia e della Georgia, e i pescatori turchi con loro.
Per questo motivo le acciughe hanno subito un aumento sul mercato raggiungendo una media di 15tl (circa 3,5 euro) al kilo, il triplo rispetto agli anni precedenti.
Un fotoreportage di ©Fatih Pınar
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