“Bu gemi bir kara tabut” (Questa nave è una bara scura), verso tratto dalla poesia di Nazım Hikmet Il Pescatore Giapponese, è il sottotitolo di un reportage fotografico scattato nel 2010 dalla fotografa Nuray Uysal, incentrato sulla denuncia delle morti sul lavoro nei cantieri navali di Tuzla, quartiere della periferia di Istanbul. Nella descrizione del suo lavoro Nuray Uysal scrive:
“Enormi navi negli stagni asciutti, sono appoggiate sulle loro chiglie mentre al di sotto, saldatori, elettricisti e ingegneri cercano di riparare questi mostri giganti in equilibrio. Sabbiatóri e pittori, appesi ai lati delle navi, lavorano in condizioni di pericolo al restauro degli scafi arrugginiti. A Tuzla ci sono più di quaranta cantieri navali. Dal 1992 in questi cantieri hanno perso la vita 134 lavoratori, ma si stima un numero molto più alto di morti sul lavoro dal momento che la maggioranza delle vittime comprende operai non registrati che lavorano alla giornata. Nonostante questo, la mancanza di formazione e di attrezzature di sicurezza e le condizioni di lavoro estenuanti continuano ad essere una costante in tutti i cantieri.
La maggior parte delle morti sono causate da esplosioni di gas, incendi, scosse elettriche, cadute, urti e intossicazioni. Dalla prima metà del 2010, hanno già perso la vita 15 persone. Sebbene non siano sufficienti, esistono già degli accordi di sicurezza nei cantieri navali. La società che mi ha permesso di fare le fotografie supponeva di avere un forte programma di sicurezza, quindi non temeva che un fotografo documentasse la vita del cantiere. Si sono inoltre lamentati che gli ispettori statali non stessero facendo del loro meglio per garantire le regole di sicurezza dell’industria.”
I cantieri navali di Tuzla continuano oggi la loro attività mentre non mancano notizie delle tragedie che investono i loro operai.
Un fotoreportage di ©Nuray Uysal