In uscita l’11 marzo per la casa editrice Bompiani il romanzo “La macchina della pace” di Özgür Mumcu.
Giornalista, accademico, analista politico e editor, Özgür Mumcu compie il suo esordio letterario con un libro abbacinante, impossibile da etichettare, già tradotto in inglese, tedesco, danese.
Edito nel 2014 dalla casa editrice April, “La macchina della pace” è un viaggio rocambolesco e sfaccettato tra mondi diversi, l’impero ottomano alla fine dei suoi giorni, la Francia luminosa tra Marsiglia e Parigi nel pieno fermento dell’era moderna e la Serbia alla vigilia del colpo di stato del 1903.
Celal, ladruncolo orfano dalla forza straordinaria che vive di espedienti, viene adottato da un ricco possidente ottomano, Arif Bey, dopo la famosa invasione dei tori a Tophane. Educato nelle più illustri scuole europee, giovane ereditiero, Celal si gode la vita nel palazzo del patrigno scrivendo romanzi erotici che spedisce in Francia dove vengono illustrati da una misteriosa disegnatrice e distribuiti clandestinamente in tutto il paese. Costretto a lasciare la sua Istanbul dopo essere stato sconfitto a duello dal dragomanno dell’ambasciata italiana, Celal viene arrestato al suo arrivo a Marsiglia dove apprende della morte del corrispondente e editore dei romanzi, suo amico. Seguendo gli indizi che gli vengono forniti da un bizzarro commissario, si ritrova a Parigi dove conosce la disegnatrice, Céline, nella casa di un vecchio amico di suo padre, Sahir. Questi gli parla di uno strano progetto, la costruzione di una macchina che sfruttando le nuove scoperte sull’elettromagnetismo riuscirebbe a indurre tutte le persone della terra a abbandonare l’utilizzo delle armi. Ma l’efficacia della macchina si manifesterà soltanto dopo che tutti i regimi del mondo saranno caduti e i popoli potranno autodeterminarsi. Il primo regime che Celal, la disegnatrice Céline e Arif dovranno combattere per scatenare una reazione a catena di governi che crollano è il regno di Aleksandar Obrenović, re di Serbia. Come? Grazie a un circo itinerante…
Con una caratterizzazione esatta degli spazi e dei mondi che racconta, dalle tecniche di lotta libera in epoca tardo ottomana, alla disposizione degli arrondissement di Parigi che si prepara a inaugurare la prima metropolitana, “La macchina della pace” è anche una parodia del romanzo di ambientazione storica, uno steampunk alla turca. Lo studio dei personaggi afferrati nell’esattezza delle loro manie e idiosincrasie, primo tra tutti il giovane tenente serbo, patriota e continuamente innamorato, abbatte i ruoli della finzione narrativa rendendo fluidi i passaggi tra protagonisti e antagonisti.
Scritto con ironia, intelligenza e finezza “La macchina della pace” offre uno squarcio della letteratura turca contemporanea, vivace e originale, di cui si è reso ancora poco conto in Italia.
La macchina della pace di Özgür Mumcu
(tit. or. Barış Makinesi, April, 2014)
trad. dal turco di Giulia Ansaldo
Bompiani, 2020, 224 pagine
ISBN:978-8845293054
17 €