È uscito l’1 aprile Prigione N. 5, il libro di Zehra Doğan per Becco Giallo Editore, casa editrice impegnata nella pubblicazione di fumetto civile, graphic novel e graphic journalism. Il volume raccoglie i lavori realizzati durante la prigionia dell’artista e alcune delle lettere destinate all’amica Naz Oke, la sola a cui le era concesso scrivere, e sul retro delle quali sono stati realizzati molti dei lavori contenuti nel libro. L’iconico titolo del libro fa riferimento al tristemente noto carcere di Diyarbakır in cui vengono rinchiusi i prigionieri politici curdi.
L’arte di Zehra Doğan raccolta in Prigione N. 5 è un’arte di resistenza, dall’uso dei materiali come capelli, sangue mestruale, vestiti, lenzuola, giornali, terra, avanzi di cibo… alle tecniche per far uscire i lavori dalla prigione, avvolti al corpo e consegnati segretamente ai parenti in visita. Le resistenza è anche nelle parole dell’artista:
Non capisco perchè veniamo gettati in prigione.
Ne usciamo ancora più forti.
La prigione intesa quindi come esperienza di condivisione con le altre donne, di scoperta di tecniche nuove e improvvisate che sono diventate il punto di forza dell’artista. I lavori di Zehra Doğan, giornalista e artista da sempre impegnata per la rielaborazione della narrazione di fatti politici e sociali in chiave femminista, a partire dall’agenzia giornalistica femminista Jinha fondata da lei e da altre donne e chiusa nel 2016, sono stati esposti in Italia e nelle principali città europee.
La prefazione del libro è di Elettra Stamboulis, curatrice della mostra “Avremo anche giorni migliori” esposta al Museo Santa Giulia di Brescia nel 2019/2020.
Prigione N. 5 di Zehra Doğan
trad. dal francese di Scibbolet
Beccogiallo, 2021, 128 pagine
ISBN: 9788833141480
20 €
