Il CoVid-19, che in turco diventa koronavirüs, ha spinto anche il governo turco a prendere misure restrittive: dal 16 marzo sono chiusi bar e locali notturni, discoteche, palestre; sono state vietate anche le preghiere collettive nelle moschee. Le università si sono subito attrezzate per le lezioni a distanza. Speciali congedi sono concessi per i dipendenti pubblici. E sono stati chiusi i voli con venti paesi. La situazione, come altrove, è in continuo aggiornamento e si teme per la salute di molti, considerate anche le condizioni diffuse di povertà e precarietà aggravate dalla crisi economica.
Intanto però sono diverse le iniziative di diffusione di materiale online messe a disposizione per quanti sono invitati a restare il più possibile a casa. #Evdekal
Gli organizzatori di Documentarist hanno lanciato le Giornate COVID del documentario. Il primo film in programmazione è stato “Human” (2015) di Yann Arthus-Bertrand, un documentario sullo stato del pianeta. Il secondo giorno è stato proposto il documentario libanese “Those Who Remain” (2016) di Eliane Raheb, storia di un contadino sessantenne, cristiano, che cerca di continuare la sua vita in campagna nonostante le tensioni crescenti nel distretto di Akkar a pochi chilometri dal confine siriano. A seguire, il documentario di Ekrem Heydo “Halabja – The Lost Children” (2010), sul massacro di Halabja in Iran nel 1988, di cui il 16 marzo ricorre l’anniversario.
I film sono in lingua originale con sottotitoli in turco e/o in inglese e rimarranno online per una settimana. Tutte le informazioni, per connettersi e vedere in streaming, si trovano sulla pagina Facebook di Documentarist (anche in inglese).
Altra iniziativa è quella proposta da Filmmor, la cooperativa di cineaste che ogni anno è impegnata nell’organizzazione del Festival itinerante del cinema delle donne. Il festival, che quest’anno sarebbe giunto alla 18esima edizione, non ha potuto aver luogo a causa della normativa che ha imposto la chiusura tra gli altri spazi anche delle sale cinematografiche. In alternativa sulla pagina Facebook di Filmmor vengono proposti film e documentari di registe donne. Il primo lavoro, “İsyan-ı Nisvan”, è un documentario sulla seconda onda del femminismo turco negli anni ’80, tramite la voce delle sue protagoniste. Il secondo film proposto è invece “70-80-90 Masum Küstah Fettan” (2010) di Melek Özman, sulla figura della donna nella narrativa cinematografica in Turchia, sottotitolato in inglese. A seguire anche “Eylül’ün Kadın Yüzleri” (2014) di Ayşe Ayben Altunç, film girato 34 anni dopo il colpo di stato del 12 settembre 1980 che racconta quel tragico momento attraverso la testimonianza di 32 donne.
Dal 22 marzo anche il KuirFest, festival di cinema a tematica queer organizzato dall’associazione Pembe Hayat, comincerà l’iniziativa “KuirFest Karantina”. Ogni domenica dalle 0re 15 alle 17 (ore 13-15 italiane) verrà aperto l’accesso gratuito a alcune delle pellicole proiettate durante il festival. L’iniziativa verrà sponsorizzata sia sulla pagina Facebook del KuirFest sia sulla piattaforma online dei film del festival. Il primo film proposto è “Ben Moshanty. Beni Seviyor Musun?”, che racconta la storia di Moshanty, una donna trans alla guida della comunità trans nel Sud Pacifico. Il film è il primo film LGBTI+ della Papua Nuova Guinea.
Il 19 marzo alle ore 20 (ore 18 in Italia) il gruppo Şubadap Çocuk, che propone musica e concerti per e con i bambini, si esibirà in un concerto online aperto a tutti sul proprio canale Youtube.
Ancora il festival del cinema ecologista Sürdürülebilir Yaşam mette a disposizione documentari a tema ambientalistico in doppia lingua sulla sua webTV.
In occasione dell’Istanbul film festival, organizzato da IKSV e inizialmente pianificato nelle date dal 10 al 21 aprile, verranno messe a disposizione nella piattaforma MUBI le proiezioni di 12 film premiati nelle precedenti edizioni della manifestazione giunta ormai al suo 39esimo anniversario. Seguendo le date in cui il festival si sarebbe dovuto svolgere, nella piattaforma verrà pubblicata una pellicola al giorno che potrà essere visualizzata per i trenta giorni successivi.
Durante i giorni dell’emergenza del Covid-19 è stato inoltre creato il collettivo dei librai Türkiye Sahaf Kolektifi. Con lo slogan ‘Sahafını Koru Kitap Aşkına’ (Per l’amor di libro proteggi il tuo libraio) quest’iniziativa è volta a difendere non solo la situazione economica delle singole attività commerciali ma la sopravvivenza di un mestiere tra i più antichi del paese: quello dei sahaf, librai di opere antiche e di seconda mano. Se infatti già da parecchio tempo i sahaf hanno iniziato a trasferire parte della propria attività su internet, con l’emergenza Covid questa situazione rischia di diventare irreversibile a discapito di una cultura della comunicazione, della chiacchiera e del mutuo sostegno che da secoli caratterizza la comunità dei sahaf e le loro librerie. Nelle pagine twitter e instagram del collettivo già dal mese di marzo vengono infatti pubblicate diverse iniziative che tentano di rispondere alla crisi facendo appello alla comunità dei librai e dei loro assidui clienti e sostenitori. In queste piattaforme vengono organizzate aste online, vendite di testi, interviste in teleconferenza e conversazioni in cui il cliente può richiedere informazioni e consigli sui libri. In questo modo il collettivo sta cercando di ripristinare sul web quel circuito di comunicazione e fiducia che gli era proprio nell’attesa del ritorno ognuno alla sua libreria.
Ogni giorno si aggiungono nuovi documentari e iniziative.
Noi intanto continueremo ad aggiornare questa pagina con le varie informazioni che ci giungono.
Foto di copertina: Adnan Onur Acar