La settimana scorsa, precisamente il 2 luglio, abbiamo pubblicato questo articolo per commemorare il massacro del Madımak, l’incendio doloso all’hotel Madımak nella città di Sivas che il 2 luglio 1993 segnò uno dei capitoli più bui nella storia della Turchia repubblicana. Con questo articolo dedicato al vignettista Asaf Kocak, che perse la vita nell’incendio insieme ad altre 36 vittime, annunciavamo la collaborazione tra Kaleydoskop e Susam Sokak, blog di analisi sulla Turchia dello studioso Etienne Copeaux. Questa collaborazione, avviata nel mese di febbraio, avrebbe portato alla pubblicazione in italiano, nella nostra traduzione, di una serie di articoli di approfondimento presenti su Susam Sokak.
Poco dopo aver pubblicato questo articolo, è giunta la triste notizia della scomparsa di Etienne. Ironia della sorte, Etienne ha perso la sua battaglia contro il male con cui lottava da tempo proprio nell’anniversario di una delle stragi a cui si è dedicato maggiormente. Abbiamo immediatamente oscurato l’articolo e ci siamo prese del tempo.
Oggi decidiamo di pubblicare ugualmente questo suo contributo, così come altri in futuro, per rendere omaggio a questo grande studioso portando la testimonianza del suo sguardo lucido, della sua penna tagliente e delle sue analisi che hanno fatto scuola.
Nell’incendio doloso dell’hotel Madımak a Sivas, il 2 luglio del 1993, morirono 37 persone tra intellettuali, giornalisti, scrittori, poeti, vignettisti, musicisti e giovani (tra cui un ragazzo di 12 anni) venuti in questa città per il Festival Pir Sultan Abdal, organizzato in onore del grande poeta alevita del XVI secolo. Con loro morirono anche due membri del personale dell’albergo.
Lo shock fu violento per la Turchia, in un certo senso paragonabile a ciò che fu l’attentato contro Charlie Hebdo nel gennaio del 2015 in Francia, poiché il dramma di Sivas, altrettanto mirato ma probabilmente non premeditato, toccò personalità conosciute, amate da quanti in Turchia si battono per la libertà di espressione, dell’arte, della letteratura, per la democrazia e la pluralità religiosa. Persone vittime, come in Francia, dell’oscurantismo, del fanatismo e dell’intolleranza. Il celebre scrittore e umorista Aziz Nesin (che aveva tradotto I versi satanici di Salman Rushdie) riuscì a stento a mettersi in salvo dalla folla che urlava attorno all’hotel in fiamme.
Tra le vittime è importante ricordare il vignettista Asaf Koçak. Nato nel 1958, aveva partecipato a una quindicina di mostre e i suoi lavori erano stati pubblicati in riviste come Bilim ve Sanat (Scienza e Arte), 2000’e Dogru (Verso il 2000), Pir Sultan Abdal Dergisi (Rivista Pir Sultan Abdal) e nei quotidiani Cumhuriyet (Repubblica) e Günaydın (Buongiorno).
La Turchia ha vissuto dei drammi analoghi a quello che la Francia ha conosciuto nel gennaio 2015. Come nel caso francese, i colleghi di Asaf Koçak hanno voluto rendergli omaggio attraverso la sua stessa arte.
Tutti i disegni riprodotti di seguito provengono da Karkomics, il sito di Ismail Kar, anche lui vignettista, che con questo sito ha realizzato una vera e propria enciclopedia della vignetta turca attuale. Purtroppo, le date e i luoghi di pubblicazione di queste illustrazioni non sono specificati.
Nel 1994 è stato creato il Premio Asaf Koçak, riconoscimento ai migliori vignettisti della Turchia.
Articolo originale di Etienne Copeaux apparso su Susam Sokak il 21 marzo 2015
Traduzione di Palma Furio