Turchia, cultura e società

Futuro incerto per i cinema indipendenti

in Spazi

Anche in Turchia l’emergenza sanitaria da Covid-19 sta mettendo a dura prova molti settori, non ultimo quello della cultura. Centinaia di luoghi e realtà di intrattenimento sono stati costretti al ridimensionamento della propria offerta nel migliore dei casi, più spesso al fermo totale. Cinema e teatri, ad esempio, sono stati chiusi dall’oggi al domani il 17 marzo.
A soffrire di questo provvedimento sono soprattutto le piccole realtà indipendenti. Così, nelle ultime settimane alcuni cinema storici di Istanbul hanno annunciato la chiusura definitiva. Ma c’è anche chi lancia delle iniziative per garantire un futuro a questi spazi.

Futuro sospeso per il Rexx, istituzione di Kadıköy

Il Rexx è un cinema storico sulla sponda asiatica di Istanbul. Inaugurato nel 1961 con il nome di Reks e ribattezzato in occasione della riapertura dopo una ristrutturazione nel 1996, questo cinema è un’istituzione del quartiere di Kadıköy. Con le proiezioni sospese da giorni nel rispetto delle norme sanitarie, il 27 marzo la testata di cinema Antrakt Sinema Gazetesi ha dato notizia della sua chiusura definitiva.
Il Rexx era in crisi da tempo, da quando due anni fa la Fondazione greca ortodossa proprietaria dell’immobile aveva aumentato l’affitto. La direzione del cinema aveva dichiarato di non essere in grado di sostenere l’aumento, annunciando che era arrivato il momento di chiudere i battenti. Nonostante ciò, il cinema era riuscito a portare avanti la programmazione, evidentemente aggrappato al sottile filo degli incassi. Con la sospensione delle proiezioni e la chiusura dei botteghini il mese scorso è arrivata la resa. Insieme alla notizia della chiusura, il 27 marzo Antrakt Sinema Gazetesi riportava che lo sgombero dei locali era già iniziato, rendendo del tutto concreta la fine di quello che senza dubbi è il cinema di Kadıköy per antonomasia.
La chiusura del Rexx ha suscitato grande clamore, che non è rimasto inascoltato da parte delle autorità locali. Il sindaco della municipalità di Kadıköy, Şerdil Dara Odabaşı, ha reso nota l’intenzione di avviare un dialogo con i proprietari dell’immobile, al fine di “valutare come poter garantire un futuro a questa importante eredità culturale”. Non è dunque troppo tardi per sperare in un colpo di scena.

La rassegnazione dell’Atlas, uno dei cinema più antichi

Sembra invece già scritta la sorte dell’Atlas, uno dei cinema più antichi tuttora attivi a Istanbul. Aperto nel 1948, ha sede nell’omonimo passage sul corso pedonale Istiklal, cuore pulsante del quartiere Beyoğlu sulla sponda europea.
Anche l’Atlas ha chiuso nell’ambito delle misure sanitarie contro il Covid-19 e di fatto un messaggio sulla sua pagina web avvisa che il cinema è temporaneamente chiuso per questo motivo. Tuttavia il fermo attuale si interseca con alcuni sviluppi già noti. Un anno fa è stata annunciata la cessione di questo spazio di proprietà del Tesoro al Ministero della cultura e del turismo, il quale pianifica di convertirlo in un museo del cinema. Il contratto d’affitto dell’Atlas scade proprio questo mese e le probabilità che venga rinnovato sono esigue. La direzione del cinema parla già di chiusura definitiva, lamentando di non avere possibilità di scelta.

Rinnovato appello alla solidarietà per il Beyoğlu

Altra storia è quella del cinema Beyoğlu. Dirimpettaio dell’Atlas, anche questo cinema è un’istituzione della strada Istiklal. Inaugurato nel 1989, nell’arco dell’estate 2017 è stato protagonista di una mobilitazione che lo ha salvato da una chiusura per problemi finanziari annunciata e data per certa. Uno dei fattori che allora hanno contribuito a ribaltarne le sorti è stata una campagna di solidarietà che ha coinvolto centinaia di cittadini. La campagna prevedeva l’acquisto di abbonamenti di vario tipo, allo scopo di assicurare da un lato l’ingresso di ingenti somme di denaro in tempi brevi e dall’altro una clientela regolare.
Anche nell’era Covid-19 il cinema si è appellato alla solidarietà dei suoi frequentatori. Non potendo far leva sulle presenze per ovvi motivi, questa volta la direzione ha ideato una campagna di abbonamenti a una rivista creata ad hoc.
1989, titolo che omaggia l’anno di apertura, è una rivista digitale a cadenza settimanale. Concepita come gazzetta del cinema, i suoi contenuti offrono uno sguardo sul settore in generale e approfondimenti sul cinema Beyoğlu. Nel primo numero si trovano, ad esempio, un diario della pandemia con aggiornamenti sulla vicenda del Rexx ma anche sulla graduale riapertura dei cinema in Cina, una rubrica sui “film dei quali vorremmo cambiare il finale”, articoli sulle sale cinematografiche storiche nel mondo e un’intervista alla maschera del Beyoğlu, il signor Erkan già intervistato anche da Kaleydoskop. Lo scopo dichiarato di questa rivista è doppio, da un lato tenere traccia del settore cinematografico durante la pandemia e dall’altro continuare a contribuire alla cultura cinematografica attraverso un canale diverso.
L’abbonamento a 1989 è disponibile a un costo contenuto. Quello mensile ammonta infatti a meno della metà del costo del biglietto per un film. Moltiplicando per dieci la cifra è invece possibile abbonarsi annualmente.
Nel comunicato di lancio della rivista la direzione del Beyoğlu specifica che tutti i suoi dipendenti sono in congedo retribuito fino alla riapertura. Ammette anche di sentire la mancanza di poter accogliere gli spettatori in sala. Ma sottolinea di non avere dubbi che il giorno della riapertura il Beyoğlu tornerà a riempirsi di cinefili “che considerano questo posto una seconda casa”.

Perché è questo che sono le piccole realtà indipendenti come il Beyoğlu, l’Atlas e il Rexx. Non delle semplici sale di proiezione ma degli spazi di socialità dove scambiarsi consigli e pareri sui film con il personale, dove i frequentatori assidui si riconoscono e si salutano, dove ci si sente a casa. (vm)

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