Prosegue la rassegna di vignette satiriche a tema Covid-19. Dopo una prima puntata incentrata sulla dimensione globale della pandemia e sull’iniziale mancanza di un piano di sicurezza in Turchia, questo secondo appuntamento è dedicato all’obbligo di restare a casa.
Le vignette evidenziano vari aspetti del divieto di uscire quali l’angoscia della reclusione, la noia, l’attrazione verso l’esterno e, non ultima, la contraddizione di tale divieto per i senza fissa dimora. Pur alludendo alla realtà turca, queste vignette sono portavoce di stati d’animo comuni anche a chi ha vissuto le misure di distanziamento altrove.
L’emergenza Covid-19 in Turchia è diventata ufficialmente tale la seconda settimana di marzo, con l’annuncio del primo caso di contagio mercoledì 11. A partire da questa data si sono susseguite misure di contenimento che, provvedimento dopo provvedimento, sono arrivate a investire diversi settori tra cui scuola e università, sport, cultura e spettacolo, intrattenimento e ristorazione.
Il primo divieto di uscita è stato annunciato il 21 marzo ed è stato emanato solo per i cittadini over 65 e per quelli affetti da malattie croniche. Il 3 aprile è stato esteso agli under 20. Per le fasce d’età intermedie non sono arrivate misure altrettanto categoriche ma nell’ultimo mese si sono aggiunti dei divieti trasversali circoscritti ai finesettimana.
Il primo coprifuoco è scattato sabato 11 aprile con validità di 48 ore. Dichiarato solo poche ore prima dell’entrata in vigore, la notizia ha scatenato la corsa all’acquisto di beni di prima necessità provocando assembramenti e situazioni ad alto rischio di contagio. L’indomani il ministro dell’Interno Süleyman Soylu ha presentato le dimissioni, che sono state però respinte dal presidente Recep Tayyip Erdoğan.
Anche la settimana seguente l’obbligo di restare a casa si è ripetuto per la durata di 48 ore. I due weekend successivi, invece, è stato esteso anche al giovedì e al venerdì, coprendo la festività del 23 aprile (Giornata della sovranità nazionale e festa dei bambini) e la Festa dei lavoratori il 1 maggio.