Ufficio del telegrafo
Non potrai chiudere occhio
Lo stato di cose nel paese
Ti terrà sveglio coi suoi rumori
Ti siederai a scrivere
Perché non sei più quel tuo vecchio tu
Ora sei un ufficio del telegrafo deserto
Senza sosta riceverai suoni
Rimanderai suoni
Non potrai chiudere occhio
Finché non s’aggiusteranno le cose nel paese
Finché non s’aggiusteranno le cose nel mondo
Il sonno non potrà mai venire…
Non chiuderai occhio
Come la campana da nebbia nella notte
E finché non farà giorno
Solenne fermo nudo
Rintoccherai.
(1952)
Telgrafhane
Uyumayacaksın
Memleketinin hali
Seni seslerle uyandıracak
Oturup yazacaksın
Çünkü sen artık o sen değilsin
Sen şimdi ıssız bir telgrafhane gibisin
Durmadan sesler alacak
Sesler vereceksin
Uyuyamayacaksın
Düzelmeden memleketin hali
Düzelmeden dünyanın hali
Gözüne uyku giremez ki…
Uyumayacaksın
Bir sis çanı gibi gecenin içinde
Ta gün ışıyıncaya kadar
Vakur metin sade
Çalacaksın.
(1952)
Ricordo
Se solo spiccasse il volo la coppia di colombi
I garofani ardessero di profumo
Non è qualcosa che si può ricordare no
All’improvviso mi ritorna in mente
Il sole stava per sorgere
Vi sareste alzati come tutti
Forse avevate ancora sonno
La vostra notte mi ritorna in mente
Come i nomi dei fiori che amo
Come i nomi delle strade che amo
Come i nomi di tutti coloro che amo
Il vostro nome mi ritorna in mente
Da qui la vergogna dei letti comodi
Da qui il bacio col pensiero altrove
Attraverso il buco nella rete l’incontro
Delle vostre dita mi ritorna in mente
Ne ho visti tanti di amori e d’amicizie
Ne ho lette tante di gesta d’eroi
Solenne e nudo come il nostro tempo
Il vostro modo di fare mi ritorna in mente
Spiccasse il volo la coppia di colombi
I garofani ardessero di profumo
Non è qualcosa che si può ricordare no
Senza scampo mi ritorna in mente.
Nota [dell’Autore]: Julius ed Ethel Rosenberg, messi a morte a New York il 19 giugno 1953, furono i primi cittadini statunitensi giustiziati per spionaggio. La loro colpevolezza fu oggetto di un lunghissimo dibattito. Al giorno d’oggi, la loro esecuzione è attribuita all’atmosfera oppressiva degli anni del maccartismo.
(1956)
Anı
Bir çift güvercin havalansa
Yanık yanık koksa karanfil
Değil bu anılacak şey değil
Apansız geliyor aklıma
Neredeyse gün doğacaktı
Herkes gibi kalkacaktınız
Belki daha uykunuz da vardı
Geceniz geliyor aklıma
Sevdiğim çiçek adları gibi
Sevdiğim sokak adları gibi
Bütün sevdiklerimin adları gibi
Adınız geliyor aklıma
Rahat döşeklerin utanması bundan
Öpüşürken bu dalgınlık bundan
Tel örgünün deliğinde buluşan
Parmaklarınız geliyor aklıma
Nice aşklar arkadaşlıklar gördüm
Kahramanlıklar okudum tarihte
Çağımıza yakışan vakur, sade
Davranışınız geliyor aklıma
Bir çift güvercin havalansa
Yanık yanık koksa karanfil
Değil unutulur şey değil
Çaresiz geliyor aklıma.
Not: Julius ve Ethel Rosenberg, 19 Haziran 1953’te, New York’ta idam edildiklerinde, casusluk nedeniyle idam edilen ilk ABD yurttaşları oldular. Suçlu olup olmadıkları uzun süre tartışıldı. Bugün, idamları McCarhty döneminin baskıcı havasına yorulmaktadır.
(1956)
Siamo diventati nuvole
I morti tornano dai cimiteri
Alla ricerca dell’imam che l’ha sepolti
Però anche lui è tra i morti
Quale corpo potrà mai seppellire?
La sera scava la terra dei nostri arcani
Con la punta del coltello nel cuore
Un’altra lama spunta nella terra
Quale vaso potrà scavare?
Siamo diventati nuvole sparse, poi riunite
In giardini dalle siepi divelte
Le stelle adesso creano un’altra siepe
Tra le nuvole un giardino tutto nuovo.
(Yeni Dergi 22, Luglio 1966)
Bulutlar Olduk
Ölüler mezarlıktan dönüyorlar
Kendilerini gömen imamı bulmaya
Oysa imam da ölmüş aralarında
Hangi ölüyü gömüyor
Saklılarımızın toprağını eşeliyor akşam
Bıçağının ucu ile yüreğimizde
Bir bıçak daha çıkıyor toprağın içinde
Hangi saksıyı eşelemeğe
Bulutlar olduk dağılıp toplanan
Çitlerini devirmiş bahçelere
Derken yıldızlardan bir çit daha
Bulutlarda yepyeni bir bahçe
(Yeni Dergi 22, Temmuz 1966)
Il nostro tavolo
Al ritorno dal funerale i galli cantarono.
Pomeriggio deserto sulla terra d’Aprile.
Il cielo, come piccolo fiore di datura
Ci apparve davanti. Entrammo in osteria
Il nostro tavolo cigolò come fosse vivo.
(Varlık 741, Luglio 1969)
Masamız
Cenazeden dönüşte horozlar öttü.
Nisan toprağının bomboş ikindisi.
Gökyüzü küçük bir boru çiçeği gibi
Çıktı karşımıza. Şarapçıya girdik
Masamız çıtırtılar içindeydi.
(Varlık 741, Temmuz 1969)
A piedi nudi
La parte superiore di questo scritto
È illegibile e nessuno sa di chi sia
Non importa, conta la parola, non il suono.
“… Poi ho mangiato tutto ciò ch’era in casa:
Pane, mandorle, crescione.
A piedi nudi sono montato in sella
Fuori di me per il vino del mattino
Fendendo la folla mi sono fiondato
Al gran galoppo.”
(Yeni Dergi 100, Gennaio 1973)
Yalınayak
Baş yanı okunamamış bu yazının,
Kimin olduğu da belli değil.
Neyse sen söze bak, ses önemli değil.
“…Sonra evde ne buldumsa yedim,
Ekmek, badem, tere.
Yalınayak atlamıştım ata,
Sabahın şarabı öylesine çılgındı ki,
İnsanların arasından geçtim gittim
Dörtnala.”
(Yeni Dergi 100, Ocak 1973)
trad. Nicola Verderame
Melih Cevdet Anday (1915-2002) fu poeta, romanziere, giornalista, autore di teatro e traduttore. Nacque a Çanakkale e si trasferì da piccolo a Istanbul. Trascorse l’infanzia e l’adolescenza nel quartiere di Kadıköy, poi seguì il padre ad Ankara. Esordì nel 1937, ma la sua affermazione si deve alla raccolta pubblicata nel 1941 insieme a Orhan Veli [Kanık] (1914-1950) e Oktay Rifat (1914-1988) con il titolo Garip (“Lo strano”), che diede il via a un linguaggio poetico privo di arzigogoli e vicino alla lingua parlata, con aperture all’ironia e al surreale.
A partire dalla fine degli anni Quaranta e fino ai primi anni Sessanta, Anday pubblicò poesie caratterizzate dall’attenzione alle problematiche sociali, per poi dedicarsi alla poesia di stampo epico e mitologico. È uno dei poeti nella sua generazione più influenzati dal concetto di intertestualità. La sua attività di romanziere è a lungo rimasta in secondo piano rispetto a quella di poeta – anche perché molti dei suoi titoli furono pubblicati sotto pseudonimo oppure postumi – ed è oggetto di una recente riscoperta presso le edizioni Everest Yayınları (che ringraziamo per la gentile concessione delle poesie qui proposte).