Turchia, cultura e società

#MeToo travolge il mondo dell’editoria

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Quando mi accingo a leggere un nuovo libro, prima guardo la data di nascita del traduttore. Perchè il numero delle parole utilizzate dalle persone dei giorni nostri è diminuito al punto che temo di trovarmi faccia a faccia con una traduzione insipida. Se il traduttore appartiene alla mia generazione o quella precedente, so che ritroverò parte di quel lessico dimenticato. Hasan Ali Toptaş.

Queste parole son state pronunciate in una video intervista pubblicata su twitter da un canale che si occupa di letteratura. Il 7 dicembre, in commento al suddetto video, un’utente dal nome fittizio Leyla Salinger ha scritto: “Vediamo quante sono le donne che non vedono l’ora di denunciare quest’uomo per le sue molestie”. L’uomo in questione è Hasan Ali Toptaş, scrittore esimio, riconosciuto e ammirato in Turchia e all’estero. Sono state decine le donne del mondo dell’editoria e non solo che si sono accodate alla denuncia, tra queste la scrittrice Pelin Buzluk, che hanno raccontato fatti che sin dagli anni Novanta hanno visto coinvolto lo scrittore. Buzluk racconta di essere stata invitata a una festa nel 2011 e di essere stata approcciata fisicamente da Toptaş al punto da essere stata costretta a chiudersi in un bagno. Lo scrittore si sarebbe scusato domandando però perchè si fosse vesitata in quel modo.

A questo scandalo ha fatto seguito la denuncia di un’altra scrittrice, Aslı Tohumcu, che ha accusato a sua volta di molestie lo scrittore Bora Abdo. In pochi giorni la notizia ha avuto grande eco, travolgendo molti altri personaggi del mondo della letteratura e dell’editoria. Tra questi lo scrittore Ibrahim Çolak, proprietario della libreria Ihtiyar di Ankara, che si è tolto la vita dopo aver lasciato su twitter un messaggio in cui non smentiva le accuse.

Anche Hasan Ali Toptaş ha scritto un messaggio di scuse ritenuto però inadeguato perchè sembra non abbia ammesso sufficientemente la propria responsabilità. “Prima di capire cosa significhi la debolezza virile, una persona può commettere degli errori senza pensare, senza accorgersi, senza sapere quali grandi ferite può provocare all’altra persona. Chiedo sinceramente scusa a tutte le persone che ho ferito, rattristato, spezzato a causa di comportamenti di cui non ero consapevole.”

La casa editrice Everest ha annunciato la volontà di recidere gli accordi con lo scrittore così come la casa editrice Iletişim ha fatto per Bora Abdo. La camera di commercio e dell’industria di Mersin ha ritirato il premio assegnato ogni anno a uno scrittore che quest’anno era destinato a Hasan Ali Toptaş. Anche il sindacato degli scrittori ha diffuso un lungo comunicato che condanna ogni genere di violenza, sopruso e molestia nell’ambiente letterario offrendo supporto materiale e psicologico a tutte le persone vittime di abusi. Sul giornale Duvar la giornalista Zehra Çelenk sulla stessa scia ha commentato: “Un uomo che non è in grado di creare empatia con una giovane studentessa scioccata di quello che ha vissuto, una donna forzata a chiudersi in bagno, fino a che punto può “realmente” rappresentare le profonde contraddizioni, le preoccupazioni delle persone?”

Intanto sui social media si è diffuso l’hashtag #SusmaBitsin (Non tacere, facciamola finita) per spronare tutte le vittime di molestie a denunciare le violenze subite, e un indirizzo mail uykularinkacsin@gmail.com (Leviamogli il sonno) rivolto alle donne che vogliono raccontare le proprie esperienze.

Nel divulgare questa notizia esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le donne coinvolte in questa e altre vicende simili.

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