Progetto

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Kaleydoskop è una rivista online sulla cultura e la società turca. [Türkçe aşağıda]

Kaleydoskop è anche un progetto più ampio di cooperazione, di sostegno a forme di cittadinanza attiva in un paese, la Turchia, che sta attraversando un periodo molto critico in cui giorno dopo giorno si riducono sensibilmente gli spazi e le possibilità per esprimersi liberamente. È un progetto di informazione e approfondimento destinato a un pubblico ampio, diverso per età e curiosità, lettori e navigatori virtuali italiani (o che leggono l’italiano) che vogliono sapere di più di un paese, di una vivacità e di una resistenza culturale di cui a noi non arrivano che poche e confuse notizie. È anche un progetto di condivisione di conoscenze e competenze, dove professionisti mettono a disposizione, con rigore e serietà ma senza sofisticati specialismi, quanto hanno imparato in anni di studi, esperienze dirette, contatti, nella convinzione che il primo passo per contribuire a una società consapevole, solidale e partecipe sia quello di conoscere, approfondire e superare falsi stereotipi o facili interpretazioni. E che sia importante mettere a disposizione di tutti, fuori dai circuiti accademici e dai centri specialistici, la professionalità acquisita: un atto di responsabilità oltre che un modo di favorire scambi, nuove scoperte e sviluppare uno sguardo critico.

Perché la Turchia?
La Turchia negli ultimi anni ritorna con insistenza a occupare le pagine dei quotidiani suscitando un interesse sempre crescente nell’opinione pubblica. Oramai se ne parla molto anche in Italia. Bene o male, in modo confuso e impreciso spesso, con grande curiosità e interrogativi quasi sempre. L’attenzione mediatica si ferma agli accadimenti politici e l’andamento delle informazioni segue l’urgenza delle cronache: accadimenti politici come elezioni (ad esempio l’ultimo referendum costituzionale il 16 aprile scorso), vertici o incontri internazionali o gli attentati che purtroppo hanno sconvolto ripetutamente il paese, in particolare dall’estate del 2015. Da queste notizie emerge un’analisi squisitamente politica del paese, legata al governo e in particolar modo alla figura dell’attuale presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdoğan. Comunemente si parla, infatti, della ‘Turchia di Erdogan’. La società, nella sua complessità, nelle sue espressioni diversificate rimane per lo più invisibile, come fosse immobile, inerte, impassibile. Eppure esiste, al contrario, una vivacità e una vastità di forme di attivismo che si rivelano fondamentali per vigilare, monitorare, fare pressioni sul governo e informare correttamente l’opinione pubblica. Una società civile multiforme che riesce a sottrarre spazi al pensiero unico che il conservatorismo e l’autoritarismo cercano di affermare, e a esprimere le istanze di minoranze, come gli armeni, i curdi, gli aleviti – e rivendicare non solo i loro diritti ma più generalmente il diritto a una società equa e plurale, realmente democratica, nel pieno rispetto di tutte le libertà civili. Grazie alle attività quotidiane di moltissime associazioni, fondazioni, organi di informazione indipendenti, nel corso degli anni è stato possibile aprire discorsi e mantenere viva l’attenzione su pagine oscure del passato, come il genocidio armeno, le torture, le sparizioni di militanti politici, stragi. Un modo di scoprire e riscoprire eventi traumatici, affrontare temi negati e nascosti ufficialmente affinché il lavoro sulla memoria collettiva potesse fornire le basi per superare distinzioni e fratture, tra gruppi, generazioni. Molto di queste attività ma anche più in generale di questo desiderio di costruire una società giusta, composita, plurale ha trovato espressione nell’ambito culturale, in una produzione che si distingue per la sua originalità, alta qualità e per la capacità di non perdere mai di vista, anche di fronte serie politiche di repressione, il contatto con la quotidianità e la gente comune. La cultura in Turchia è uno spazio di impegno civile che coinvolge generazioni diverse. Uno spazio che produce un linguaggio innovativo per riformulare la politica e per elaborare pratiche di intervento, di monitoraggio e di resistenza. Anche per questo ora è sotto attacco, come dimostra anche solo il numero di giornalisti in carcere (circa 150 secondo Reporter senza frontiere) e degli scrittori arrestati o sotto processo (come ad esempio Asli Erdoğan, per la quale è stata organizzata una campagna di solidarietà anche nel nostro paese). Di tutto questo in Italia non c’è traccia. Solo qualche breve notizia quando il cinema turco arriva a conquistare alti riconoscimenti, cosa che accade di frequente, tanto per registi affermati come Nuri Bilge Ceylan più volte premiato a Cannes (2002, 2008, 2011 2014) o Semih Kaplanoğlu (Orso d’oro/Berlino 2010) quanto per più giovani come Emin Alper premiato di recente alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia o Rezan Yeşilbaş (Palma d’oro per il cortometraggio, 2012). Oppure in occasione dell’uscita della traduzione di un romanzo di un’autrice o un autore turco, fortunatamente una tendenza in crescita in Italia, sia per il numero di case editrici che si sono aperte alla narrativa turca sia per la qualità delle traduzioni. Esistono poi alcuni blog, per lo più personali, di italiani che sono stati in Turchia per un viaggio o vi hanno trascorso un breve periodo di soggiorno per lavoro e che hanno deciso di condividere online la loro esperienza e le loro conoscenze, fornendo tuttavia percorsi molto soggettivi in cui si confondono percezioni individuali, falsi miti, e notizie spesso folcloristiche o legate solo al mondo culturale istituzionale, ufficiale, della Turchia e slegate dalle attività culturali radicate nel paese. C’è quindi, in generale, in Italia una conoscenza casuale e occasionale della produzione culturale turca nonostante la sua vivacità, il suo dinamismo e il coinvolgimento nel discorso collettivo di cambiamento sociale e politico. Gli operatori del mondo culturale turco – intellettuali, scrittori, giornalisti, fotografi, registi, artisti, performer… – sono tra i primi a manifestare il loro dissenso, anche perché primi esposti alle politiche di censura e repressione della libertà di espressione. E lo fanno tanto a livello nazionale quanto internazionale come ha dimostrato l’appello pubblico lanciato dai registi turchi in occasione dell’ultimo Festival internazionale del cinema di Berlino. Kaleydoskop vuole descrivere in senso ampio, a tutto tondo, quello che succede nella vita culturale e sociale della Turchia, parlando di mostre, di fenomeni culturali, di iniziative, di produzioni musicali, di film, di storie che raccontano il rapporto con il presente e con il passato, di sperimenti urbani che provano l’esistenza di una cittadinanza attiva. Inoltre, Kaleydoskop vuole aprire un canale di conoscenza ma anche di risonanza di queste attività, nella convinzione che si possano costruire reti virtuose di scambio tra cittadini consapevoli.

Perché il nome Kaleydoskop?
Kaleydoskop è, come si può forse intuire, la parola turca per caleidoscopio: ci piaceva l’idea di definire il progetto con una parola che facesse da ponte tra l’Italia e la Turchia e questa, per l’assonanza che ritorna nella lettura in italiano, ha fatto al caso nostro, così come anche per altre ragioni. Il caleidoscopio è un apparecchio ottico che serve a guardare la realtà in composizioni originali, nuove, affascinanti. Elementi singoli, piccoli di qualsivoglia visione quotidiana si ricompongono in frammenti che lasciano spazio all’immaginazione, lasciano intravedere particolari che altrimenti andrebbero persi. Kaleydoskop vuole partire da schegge di una produzione culturale ampia e vivace, quella turca, perché si possano ricostruire scenari più ampi che descrivono una realtà molteplice, composta di frammenti armonici nella loro pluralità, nella loro diversità. Anche per rendere giustizia a quanti si battono in Turchia per la costruzione di una società plurale, inclusiva, nel rispetto delle differenze linguistiche, etniche, religiose, di genere contro l’imposizione di un’identità nazionale dominante, omogenea, monolitica. Chiunque, senza alcuna distinzione, prendendo un caleidoscopio tra le mani può farlo rotare a suo piacimento, creando nuove combinazioni e infinite visioni magiche. È un elogio della creatività, dell’unicità della lettura e dell’ascolto, con le emozioni e gli interessi che questi possono suscitare in ognuno, un elogio della libertà di pensiero. Il nostro kaleydoskop è così uno strumento che fornisce la possibilità di elaborare interpretazioni e chiavi di lettura per ciò che avviene in un paese di cui si conosce poco e si ha una percezione sempre uguale, schiacciata su un’unica, immutabile descrizione. Per questi motivi il nostro logo è un caleidoscopio tra le mani. È nel gesto di rotarlo e guardare che si aprono nuovi orizzonti.

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Kaleydoskop, Türkiye kültür ve toplum üzerine online bir dergidir. Canlı, aktif ve son derece çeşitli bir toplumun varlığına kanıt olan sergiler, kültürel olaylar, girişimler, müzik yapımları, filmler, edebiyat, geçmişle gelecek arasındaki ilişkiyi anlatan hikâyeler, kentsel deneylerden bahsederek Türkiye’nin kültürel ve toplumsal hayatını tasvir etme amacı taşıyor. Konular edebiyat; sinema; fotoğraf; mizah; ses belgeselleri; toplumsal hareketler; edebiyat, müzik ve film festivalleri; gösteriler, performanslar; dergiler, seminerler, radyo programlarıve yayıncılık deneyimleri gibi çok çeşitli kültür tezahüratını kapsıyor. Tüm bu alanlar aylık ve haftalık olarak çıkacak köşeler, makaleler ve kısa haberler aracılığıyla anlatılacak. Ancak Türkiye’den çeşitli kuruluş ve kişilerin ürettiği orijinal görsel, müzik ve ses yapımlarıda dergide yer bulacak.

Bu projenin temelinde derginin redaksiyonu oluşturan 5 kadının yıllardır Türkiye üzerinde yaptıkları çalışmaları sonucunda gelişen bilgi ve becerilerini profesyonelce ama aynı zamanda kolay erişilir biçimde paylaşmak isteği yatıyor. Sorumlu, etik ve katılımcı bir topluma katkı sağlama yolunun basmakalıp yorumları kırarak, farklı gerçeklikleri keşfedip derinleştirmekten başladığına inanıyoruz. Bu açıdan edinilen bilgi birikiminin akademi ve diğer dar kapsamlı çevrelerin dışında kalan insanlara genişletilmesi bir gereksinim olarak ortaya çıkıyor. Bu girişim yeni gerçekliklerin keşfini, fikir alışverişini ve eleştirel bakışaçısını teşvik etmenin yanısıra bir sorumluluk hissinden de doğmaktadır. Nihayetinde Kaleydoskop Türkiye’den haber vermeye, yaratmaya, düşünmeye devam eden birçok kişi, grup ve kuruluşun katkısıve yardımı olmadan mümkün olamazdı.

Neden Türkiye?

Türkiye son yıllarda gazetelerin sayfalarında ısrarla boy göstererek kamuoyunda gittikçe artan bir ilgi uyandırıyor. Artık İtalya’da da Türkiye hakkında çok konuşuluyor. Bazen iyi, bazen kötü, çoğu zaman karmaşık bir biçimde ve olayları tam olarak aktaramadan, ama neredeyse her zaman büyük bir merak uyandırarak.

Medyanın dikkati siyasi olaylarla sınırlı kalırken haberlerin seyri günlük olayların aciliyeti üzerinden ilerliyor. Bu şekilde sadece ülkenin hükümetiyle ilişkili siyasi analizlere odaklanmış bir Türkiye resmi ortaya koyuluyor. Toplum ise, tüm karmaşık yapısı, sanki durağan, tepkisiz ve kıpırtısızmış gibi, tüm farklı ifadelerinde neredeyse görünmez hale geliyor.

Oysa olanları izlemek ve kamuoyunu bilgilendirmek için, muhafazakârlığın ve otoriterliğin hakim kılmaya çalıştığı tekli düşünce yapısının dışındaki alanı koruyarak eşit ve çoğulcu, gerçek anlamda demokrat ve tüm sivil özgürlüklere saygılı bir toplum olma hakkını ifade eden bir sivil toplumun hayat verdiği çok çeşitli, elzem eylem şekilleri bulunuyor.

Neden bu ismi seçtik?

Türkçe Kaleydoskop, İtalyancada caleidoscopio. Projeyi Türkiye ile İtalya arasında bir köprü oluşturabilecek, Türkçedeki kullanımıyla da İtalyan okurların hemen anlayabileceği bir sözcükle tanımlamak istedik. Ama her şeyden çok dünyaya bambaşka, yeni ve cazip kompozisyonlarla bakmayı sağlayan optik bir alet olan kaleydoskopun mecazî anlamı için de dergiye bu adıvermeyi seçtik. Çünkü günlük hayata bakışı oluşturan en küçük parçalar birleşerek hayal gücüne yer açıyor ve bu şekilde başka türlüy itip gidebilecek ayrıntıların gözden kaçırılmasıengelleniyor. Kaleydoskop da, Türkiye’nin geniş ve canlı kültür üretiminin parçalarından yola çıkarak, çok yönlü, çoğulluklarında ve farklılıklarında birbiriyle uyumlu parçacıklardan oluşan daha büyük manzaraların ortaya çıkışına katkı sağlamak istiyor. Logomuz da bu nedenle, bakıldığında her defasında yeni ufuklara açılan iki elin arasında döndürülen bir kaleydoskop.