Turchia, cultura e società

Tutte le ore e nessuna

‘Tutte le ore e nessuna’ di Aslı Erdoğan in Italia

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In uscita il 10 maggio per la casa editrice Tamu, Tutte le ore e nessuna, il quarto libro di Aslı Erdoğan tradotto in italiano da Giulia Ansaldo.
Questo libro, il più intimista e l’ultimo romanzo pubblicato dalla scrittrice, indaga nelle radici profonde della scrittura di Aslı, il suo rapporto con la madre, la condizione di esilio, il rapporto tra sè e il mondo esterno lasciando che soltanto le parole emergano dalla trama della vita.

Scritto nell’arco di cinque anni, Tutte le ore e nessuna raccoglie testi scritti in diverse occasioni per mostre, esposizioni, spettacoli, tutti uniti da una voce che cerca di raggiungere l’essenza del processo di scrittura e creazione, in una condizione di esilio e insieme di fusione con il luogo in cui l’autrice vive. Dal Nepal al Nord Europa passando per Istanbul, il vero esilio per l’autrice è quello dalla scrittura.

Aslı Erdoğan sarà in Italia a maggio per un tour di presentazioni di Tutte le ore e nessuna.

In anteprima un estratto del libro.

Sono qui, di notte, nella mia notte in cui sono entrata come si entra in una tenda…
Qui è una stanza color ambra illuminata dalla luce cruda di una lampadina, ricoperta di carta ovunque. Carta, parola, lettera, segno, icona, simbolo… Senza memoria, senza gente. La luce dorata, più che illuminare sembra circondare il buio, richiama le ombre accumulandole negli angoli più isolati. Sette tazze fredde accerchiamo il mio silenzio, e posacenere colmi fino all’orlo. Mi sento come il residuo di un’epoca finita da tempo, in mezzo a fogli che si levano da ogni parte. Un sentimento scuro e amaro come fondi di caffè, che quando ci faccio cadere sopra la luce delle parole, richiama un’ombra ancora più grande: La mia solitudine…
La notte sfoltisce velocemente le strade, raffredda l’aria, allunga le ombre. Avvolge colline immense l’oscurità, si sparge su piazze, strade, si avviluppa come un rampicante intorno alla città, cresce sempre di più. Le parole stanche a furia di essere utilizzate durante tutto il giorno si trascinano piano piano verso il mare taciturno. Con una luce appesa al vento notturno, una nave lascia il porto. Un piccione improvvisamente svegliato richiama impaurito la sua metà.
Guardo la notte da dietro la finestra. Di questa città la cui storia si estende fin quasi all’inizio dei tempi, restano soltanto tre o quattro luci lampeggianti che oscillano lievemente dondolando in lontananza… La mia città! Adesso offre una visuale tremolante e fallace quanto il suo riflesso sull’acqua. Il sonno che cala sulla vita ha chiuso a uno a uno tutti gli occhi che vogliono guardare la notte. Della realtà rimasta sommersa sott’acqua, soltanto questa, quest’immagine circondata dal buio brilla solitaria sul suolo duro, si mescola al riflesso del mio volto. Eppure i miei occhi non vogliono la luce, ma la realtà, la vita vera, con tutta la sua ipocrisia, povertà, il suo rumore e la sua magnificenza… Ma io sono qui, tra ieri e domani, tra cose finite e quelle mai iniziate, che forse mai cominceranno… Tra la mia immagine nel vetro e il mio vero volto, tra il tempo e l’assenza, tra le parole e le cose mai dette… In quest’ora densissima un altro posto o un altro tempo è ciò che voglio di più, sono qui. Nella notte, sempre uguale, infinita, notte ambrata…
Si erge come una profezia il campanile della chiesa tricentenaria, già ghermisce le strade di domani con l’ombra dei giganteschi platani che la sovrastano. Alla luce pallida della luna un gabbiano sbatte le sue ali argentate, i gatti gironzolano lievi sui tetti, i ladri condividono con i piccioni i recessi del mondo rotondo degli esseri umani. I miei occhi che ispezionano il buio come due flebili proiettori -questo è il mio buio!- si scontrano con gli occhi serrati della città e fanno ritorno. Non riflette niente la pietra, neppure il silenzio… Le ore della notte volteggiano come avvoltoi sul mio cuore consunto, per strapparne tre o quattro parole. Le mie mani inchiodate sulla carta, sono in cerca delle parole che le labbra non riescono a dire. Molto più lontane dall’anima sono le mani rispetto alle labbra, perciò più difficilmente mentono. Più affilate di rasoi che sminuzzano il mio cuore, le mie mani, sono falsari del chiaro di luna. Nubi autunnali ben gonfie e basse ricoprono come un respiro notturno il cielo, una sola stella risplende tra loro, neppure la solitudine di quella stella mi consola.

 


Date degli incontri:

4 maggio al festival Libbra con Lea Nocera, Napoli, ore 18:00

7 maggio alla Casa delle letterature con Chiara Valerio, Roma, ore 18:30

8 maggio, alla libreria Modo infoshop con Giulia Ansaldo e Davide Minotti, Bologna, ore 18:30

10 maggio, al Salone del libro con Francesca Sforza, Torino, ore 16:0

 

 

hayatinTutte le ore e nessuna di Aslı Erdoğan
tit. or. Hayatın sessizliğinde (Nel silenzio della vita), Everest Yayınları, 2007
trad. dal turco di Giulia Ansaldo
Tamu Edizioni , 2024, 111 pagine
ISBN 9791280195548
16,00€

 

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