Turchia, cultura e società

Ayla Algan

*Koca öküz* di Ayla Algan | 4

in Donne in Musica/Suoni

Riprende la nostra rubrica ‘Donne in Musica’ curata da Kornelia Binicewicz / Ladies on Records con una puntata dedicata a Ayla Algan, incredibile interprete recentemente scomparsa. Qui per scoprire le protagoniste delle puntate precedenti. 


La protagonista dell’iconico film turco “Ah Güzel Istanbul” (“Ah, bella Istanbul”), Ayşe Goncagül, arriva a Istanbul per realizzare il suo sogno e iniziare una carriera cinematografica. In questa black comedy del 1966 firmata Atıf Yılmaz, Ayla Algan nel ruolo di Ayşe era alla sua quinta interpretazione cinematografica consecutiva. A differenza della Ayşe del film, Ayla Algan era nativa di Istanbul, ne conosceva la complessità e condivideva l’amore incondizionato per questa città.

Era nata nel 1937 a Osmanbey (Şişli), una delle zone più multiculturali della parte europea di Istanbul, dove convivevano le comunità musulmana, ebraica, armena e greca. Come Ayşe, anche lei sognava di recitare e di esibirsi sul palcoscenico. Riuscì a realizzare il suo sogno e interpretò diversi ruoli da protagonista nei teatri di Parigi. Ma nel 1960, dopo aver studiato in un noto Actors Studio di New York, tornò a Istanbul e iniziò la sua carriera a tempo pieno in teatro.

La musica è entrata nella sua vita attraverso l’arte poetica di Yunus Emre, importante poeta popolare dell’Anatolia (XIII-XIV sec.). Nel 1970, Ayla Algan ha registrato il suo primo album “Yunus Emre” con le sue poesie tradotte in francese, tedesco e inglese. Non era interessata a cantare sui palcoscenici popolari e a fare una carriera musicale standard; ciò che ha sempre cercato, anche nella musica, è stata la possibilità di recitare e di raccontare una storia in un contesto che avesse un significato. Anche quando ha iniziato a esibirsi nei gazino [locali notturni, NdT] è rimasta fedele al suo stile.

La voce potente ma anche il carattere drammatico e teatrale delle sue esibizioni la portarono sui palcoscenici di alcuni importanti festival musicali in Europa, come il Golden Orpheus Festival di Slănčev Brjag in Bulgaria, nel 1972, e due volte il Sopot Music Festival in Polonia, nel 1977 e nel 1978.

L’esibizione di Ayla nell’agosto 1977 al festival di Sopot le valse il Gran Premio all’Intervision Music Contest. In quel periodo Ayla lavorava con Ergüder Yoldaş, una delle menti più brillanti della musica turca. Le composizioni di quest’ultimo erano caratterizzate da una drammaturgia potente e da orchestrazioni dinamiche, che si adattavano perfettamente alle performance teatrali di Ayla Algan. Per il festival di Sopot, Ayla scelse “L’aigle Noir“, una canzone che celebra la cultura dei nativi americani. A piedi nudi, indosso  una tunica nera e una fascia colorata, Ayla Algan interpretava in modo vivido il dramma dei nativi americani, gemendo, gridando, allargando le braccia in gesti teatrali e muovendo tutto il corpo al ritmo di un tamburo. L’orchestra di 104 musicisti e i membri del coro l’accompagnavano in questo straordinario spettacolo teatrale. Ayla Algan terminava con umiltà la sua esibizione e tornava dietro le quinte, mentre il pubblico polacco, composto da 6mila persone, impazziva. L’Opera Leśna, dove si svolgeva il festival, esplose per l’acclamazione generale e dopo diversi minuti di applausi interminabili Ayla veniva richiamata dal pubblico per cantare di nuovo. I bis erano severamente vietati a quel festival ma la regola fu sospesa per questo particolare momento di gloria di Ayla.

Ayla Algan musica teatroSenza dubbio, il talento recitativo era il maggior punto di forza di Ayla Algan, anche quando si trattava di musica. Era particolarmente interessata alle storie di donne e alle canzoni popolari di varie zone della Turchia in cui le donne descrivevano le loro lotte, sfide e condizioni di vita.

Quando le fu chiesto di esibirsi con Zeki Müren, temette di non riuscire a conciliare la natura dei gazino con la sua recitazione drammaturgica, la poesia e le canzoni femminili. A quei tempi, l’atmosfera dei locali notturni turchi si basava su una miscela di esibizioni musicali di intrattenimento, cibo e alcolici. Ma il suo timore di essere rifiutata o fraintesa dal pubblico era infondato: quando Ayla Algan apparve sul palco del famoso Çakıl Gazinosu di Istanbul fu accolta con grande clamore e applausi. Gli ospiti del gazino tornarono poi in silenzio con rispetto e ammirazione, lasciando che l’artista eseguisse il suo pezzo. Si dice che Ayla Algan abbia portato un po’ di aria fresca nella cultura del gazino turco.

Tutte le interpretazioni di Ayla Algan degli anni Settanta – di canzoni come “Zühtü”, “Koca öküz”, “Gönlümdeki Saraya”, “Küçük Bir Kız”, “Bak Şu Adama Aşık Oldu”, registrate con Esin Engin, Noray Demirci o Mustafa Özkent, i migliori arrangiatori turchi dell’epoca – sono straordinarie. Le qualità dominanti delle sue canzoni sono sempre state la drammaturgia e l’espressività. Lo sentiamo ad esempio nella sua interpretazione di “Zühtü”, una canzone popolare türkü della regione di Ankara. Ayla Algan ha preso le parole di una canzone popolare e le ha elevate in un monodramma appassionato con gli arrangiamenti groovy ed estatici di Esin Engin.

La maestria nel fondere il mondo del teatro e quello della musica si ritrova anche in un’altra canzone del suo repertorio. Nel corso degli anni, l’artista ha sviluppato un’attitudine alla ricerca e al racconto di storie di donne, in particolare di quelle che non hanno possibilità di parlare, le donne dell’Anatolia. Per l’apertura del suo album autoprodotto del 1976, quando collaborava con Şanar Yurdatapan, Ayla ha elaborato la canzone popolare “Koca öküz” e l’ha usata per raccontare le lotte delle donne dell’Anatolia centrale.

La canzone è diventata molto popolare, anche grazie a un videoclip in bianco e nero prodotto dalla televisione pubblica (TRT). Ayla interpreta il ruolo di una donna anatolica in modo para-umoristico, cantando con un forte accento locale, togliendosi il velo e muovendosi con passi di danza tradizionali. Appare divertente e spiritosa, mentre il testo della canzone non è affatto allegro. La serietà della storia – che tratta dell’ingiustizia e l’oppressione del sistema tradizionale di distribuzione del lavoro nei villaggi – è rivelata attraverso le sorprendenti capacità recitative di Ayla.

Nessuno è in grado di letteralmente “recitare” canzoni turche meglio di Ayla Algan. Era unica nel suo genere.

Ayla Algan, una delle più grandi star del teatro e della musica turca, è morta il 4 gennaio 2024.

 

“Koca öküz”

Goca öküzün dizindedir dermanı, dermanı
Ölme de goca öküz, bu yıl da kaldır harmanı aman, aman
Aşırdın beni, yoldan şaşırdın beni
Derde düşürdün beni
Ha goca öküz, ha köroğlu
Ha goca öküz, ha gaşık düşmanı
Ha goca öküz, ha be goca garı
Len öküz kadar hökmümüz yok şu dünyada be
Canın çıksın em mi goca öküz
Ölecek zamanı bildin
Bildin de goca garıyı goca öküz yaptın
Canın çıksın em mi
Gıh demezdim eski guvvetim olsa, ah olsa
Bari bizim herif öküzün yeriye bir taze alsa, aman
Onbeş yaşında, hem de aklı başında
Bir de goca öküzün gücünde
Ne diyom garı, ne diyom
Hiç herif onbeş yaşındaki tazeyi alır da
Okşaşmadan işe salar mı hiç
Üstüne guma aldığınla galın valla
Guma aldığınla galın da guş sütüyle besler tazeyi
Sağa da guşun sütünü sağmak düşer
Aahlını başına devşir.
Devşirdiin?
En iyisi benim gızın biriyi satmak
Alırım dört beş bin başlııh
Üç beş bilezik
Üstüne godum mu, al sana bi goca öküz daha
Emmeee
Böyüttüm getirdim onbeş yaşına, yaşına
Yemeni bağladım sırma saçına aman, aman
Satayım gayrı, üstüne katayım gayrı
Bir öküz tutayım gayrı,
Gocadım, yatayım gayrı
Hay goca öküz ooy
Niler ettin bana goca öküz

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