Da circa venti anni, il pop e rock turco-anatolico degli anni Settanta hanno fama internazionale. Il genere è entrato nel vocabolario degli amanti della musica di ogni angolo del mondo e una manciata di artisti dimenticati sono stati riportati alla luce da appassionati di dischi ed esploratori musicali. Eroi ed eroine del genere, come Erkin Koray, Barış Manço o Selda Bağcan, sono solide figure nel pantheon della musica psichedelica anatolica. Tuttavia, è Tülay German – cantante jazz, femminista e rivoluzionaria – che ha contribuito a spianare la strada all’affermazione del genere circa un decennio prima.
Negli anni Sessanta la musica popolare turca era particolarmente influenzata dal contesto politico-culturale del periodo. Le sue principali influenze politiche e culturali erano occidentali – prevalentemente americane, francesi e italiane. La musica degli arrangiamenti stranieri (aranjman) si basava sulla traduzione delle canzoni straniere considerate come le più adatte e corrispondenti al nuovo stato turco. La Radio nazionale turca (TRT) era orientata verso l’Occidente, e ogni forma d’iniziativa musicale locale veniva censurata e marginalizzata. Così come in altri paesi che costruivano la propria identità nazionale, le autorità, con l’aiuto di etnomusicologi, si adoperavano con successo nell’impresa di archiviare e classificare la musica tradizionale delle varie zone della Turchia. Il catalogo statale delle canzoni e delle melodie popolari provenienti dai villaggi definiva l’identità popolare turca ideale. Tuttavia, né i media ufficiali né gli artisti emergenti locali percepivano la musica popolare come interessante o degna di essere diffusa.
Almeno fino al 1964…
Tülay German, giovane e ambiziosa cantante di Istanbul, era apprezzata per le sue interpretazioni del jazz americano e degli standard della chanson française, alla Radio Nazionale Turca, nei locali swing e nelle sale da concerto. La sua formazione nella migliore scuola del paese (l’Üsküdar American School), con lezioni d’inglese e di spagnolo, le permette di conoscere e cantare anche in altre lingue. Inoltre, incoraggiata dal suo compagno di vita Erdem Buri, Tülay inizia a prendere lezioni dal principale maestro di musica popolare nazionale: Ruhi Su. Ruhi Su non solo era riuscito, da solo, a conservare la musica dei villaggi turchi, ma aveva introdotto anche un nuovo modo di interpretare questa musica, utilizzando tecniche e stili moderni. L’incontro con Ruhi Su è di ispirazione per Tülay German che comincia a dare priorità alle canzoni turche nei suoi programmi alla radio.
Nel 1964, Tülay German viene scelta insieme ai migliori musicisti e maestri d’orchestra turchi – come: Selim Özer, Yurdaer Doğulu, Erol Erginer, Alper Feynam e Vasfi Uçaroğlu – per esibirsi al 10° Balkan Folk Song Festival di Belgrado. Agli artisti era richiesto di cantare delle canzoni dei propri paesi d’origine e Tülay scelse di cantare quattro canzoni tutte in lingua turca: “Keşanlı Ali Destanı” di Haldun Taner e Yalçın Tura; “Yarının Şarkısı” di Erdem Buri; e le canzoni popolari türkü anonime “Burçak Tarlası” e “Mecnum Leylalı Gördüm”. Il 4 settembre 1964 la giuria annunciò il vincitore. Si trattava proprio di Tülay German con il brano giudicato migliore, “Burçak Tarlası”.
Dopo il successo della canzone a Belgrado, tutta Istanbul impazzì per l’approccio di Tülay German alla musica popolare turca. La sua interpretazione della canzone popolare suscitò sia gradimento che aspre critiche. La canzone è stata il primo esempio di esecuzione di musica folk turca – con melodia e testi originali – da parte di un gruppo musicale moderno di orientamento occidentale formato da pianoforte, sax tenore, chitarra, flauto, contrabbasso e batteria. La melodia progressiva e swingante, con il suono ritmico dei campanacci e la vivace sezione di ottoni, acquisisce un potere ipnotico grazie alla potente voce di Tülay, che trasmette un messaggio rivoluzionario del vecchio türkü. Fu la prima e più riuscita interpretazione della musica locale turca ma anche l’inizio di una nuova era musicale in Turchia.
Il burçak (la vecciola) è un antico cereale presente in Anatolia e coltivato soprattutto dai contadini più poveri della Turchia. Il suo sapore amaro lo rende poco popolare tra gli agricoltori moderni e viene considerato più come un concentrato di mangime per pecore e mucche che come un cereale pregiato. Così, senza dubbio, la canzone “Burçak Tarlası” è una testimonianza dei problemi economici dei più poveri o della distribuzione ineguale dei beni tra città e villaggi. Ma il messaggio più importante della canzone è legato al rapporto violento di cui è vittima una giovane donna presa in sposa e costretta a lavorare nel campo di vecciola dal marito e dalla suocera. La canzone evidenzia il grande divario economico presente tra diversi strati sociali e mostra come la violenza contro le donne sia legittimata dalle strutture familiari.
“Burçak Tarlası” fu pubblicata dall’etichetta Ezgi nel 1964. La data di pubblicazione della canzone è ritenuta la nascita sia del genere pop anatolico che di una nuova era di riscoperta da parte dei musicisti locali delle proprie origini anatoliche. Da quel momento, la musica popolare ha iniziato a essere fonte d’ispirazione e di riflessione sull’identità turca. Le canzoni, inizialmente ritrovate in piccoli villaggi lontani dalle trafficate e vivaci Istanbul e Ankara, hanno cominciato a fornire la traccia per descrivere una realtà turca fortemente politicizzata.
Nel 1966 Tülay German e Erdem Buri emigrarono in Francia dopo la condanna a 15 anni di prigione di Buri. Non sono mai più tornati in Turchia.
“Burçak Tarlası”
Sabahtan kalktım da ezan sesi var
Ezan da sesi değil yâr yâr, burçak yası var
Ezan da sesi değil yâr yâr, burçak yası var
Bakın şu deyyusun kaç tarlası var
Aman da kızlar ne zor imiş burçak yolması
Burçak tarlasında yâr yâr, gelin olması
Eğdirme fesini yavrum, kalkar giderim
Evini başına yâr yâr, yıkar da giderim
Elimi salladım, değdi dikene
İnkisar eyledim yâr yâr, burçak ekene
İnkisar eyledim yâr yâr, burçak ekene
İlahi kaynana, ömrün tükene
Aman da kızlar ne zor imiş burçak yolması
Burçak tarlasında yâr yâr, gelin olması
Eğdirme fesini yavrum, kalkar giderim
Evini başına yâr yâr, yıkar da giderim
Donne in Musica è anche un podcast in inglese [English sound version]
Trad. Nicola Ismaila Dieng + Kaleydoskop