Al bar
Lavoravo in un bar. Eravamo quattro persone. Io, il cameriere Halil, il cuoco Murat e la direttrice, la signora Aydan.
Murat il cuoco sedeva su uno sgabello accanto al bancone della cucina…
Il meglio della letteratura turca contemporanea nei racconti di scrittrici e scrittori finora mai pubblicati in italiano
Lavoravo in un bar. Eravamo quattro persone. Io, il cameriere Halil, il cuoco Murat e la direttrice, la signora Aydan.
Murat il cuoco sedeva su uno sgabello accanto al bancone della cucina…
Adesso chi mi fermerà? Mi lascerei convincere dal minimo suono…Un racconto di Ercan y Yılmaz
Diciamo che è notte. Il sonno di un neonato si diffonde piano piano in ogni stanza. Neriman, con quell’orgoglio a metà sorpreso di essere diventata nonna in giovane età, ascolta il cuore della bambina sfiorandola con la punta delle dita.
Quello che chiami essere umano, una montagna dal capo fumoso.
Quella che chiamiamo Via della Coercizione; dopo aver fatto forse dieci, forse venti giri da cima a fondo, da fondo a cima nell’unica strada della città in cui si possa girare, ci siamo stufati parecchio.
Sono diventato un tipo strano. Il mio occhio non vede nessuno, non voglio che nessuno bussi alla mia porta. Neppure gli uomini più adorabili del mondo che sono i portalettere…
La porta della stanza si aprì d’un tratto, una testa rossa si sporse all’interno. Si udì la voce affannata e impaziente di Dijana:
«Dai muoviti Felicita! Non possiamo aspettarti tutto il giorno! Alza quel culo dal letto. È dentro che sei morta ragazza mia, dentro!»