La farmacia Yeni Moda è stata aperta nel 1902 al numero 123 del viale Moda, trasferendosi poi nel 1928 al numero 89/B dove tutt’ora si trova. Il suo proprietario, il farmacista Melih Ziya Sezer, ha conservato con grande cura la collezione ereditata dal padre Halil Nejad Sezer, portando avanti la tradizione di preparare farmaci galenici, aggiungendo nuovi materiali, e facendone un piccolo museo personale. La farmacia Yeni Moda fino ad oggi è stata oggetto di molte ricerche e articoli di storia medica e farmaceutica ma non è questo l’obiettivo del progetto.
Ho conosciuto Melih Ziya Sezer subito dopo la nascita di mia figlia. I giovani farmacisti del quartiere me ne parlavano dicendo “Solo il signor Sezer può preparare questa formula”. Così a partire da luglio 2013 ho cominciato a frequentare la farmacia Yeni Moda per farmi preparare delle soluzioni sterili di biborato. Appena si entra, il suono melodico di un campanello avverte il farmacista che sta impegnato nel laboratorio sul retro o dietro al bancone art nouveau, e allo stesso tempo mi pol’odore pungente dei farmaci che rapidamente cancella dal naso e dalla memoria gli odori della strada e delle persone e la musica che per il visitatore alla sua prima visita può apparire come una qualsiasi musica di sottofondo mentre invece è una musichetta scelta per quel giorno e quell’orario specifico. Questi sono i miei ricordi delle visite che ho fatto alla farmacia come cliente per un anno. Un giorno poi Melih Ziya mi ha detto “Prego, parliamo da questo lato” e mi ha invitato ad andare nel laboratorio. Così è nato questo progetto.
Melih Ziya Sezer vive a Kadıköy dal 1937, è cresciuto nei prati di Moda, nei cinema all’aperto, nel giardino di Bomonti, i bagni di Deniz Hamamı, nelle darsena di Salih Reis, nella taverna Perikli insieme a Garabet Usta, venditore di noci ghiacciate, Dikran Gago lo stiratore, Panayot venditore di caffè, Hamdi ‘Sopracciglia’, Argiri Cidrof il lattaio e i suoi figli Boris e Yorgi, il ciabattino Stefan Serkis, i commercianti Mustafa e Hüseyin di Eğin, Grammatikos Eksilas l’oste e la sua meravigliosa figlia Antula, Evripidis il puntiglioso pantalonaio, Sinork Tıkır il camiciaio, e artisti come i barbieri Gavril e Kozma, il falegname Mogoko, Salih Yosma mastro calzolaio, gli assistenti farmacisti Panayot Nikolau, Zareh Mıçıkyan, Natık Gün, e il dottor Aldo Mei che curava i pazienti senza chiedere denaro in cambio e insieme a altre decine di persone con le quali assistette alla trasformazione socio-culturale del quartiere. Attorno a lui si riunivano persone del mondo dell’arte, della letteratura, della musica e di scienza che utilizzavano per anni il suo laboratorio di 50m2 oltre che per il suo scopo specifico, come centro di arte e cultura nel quale ritrovarsi. lo spazio di circa 50m2 del laboratorio oltre la sua funzione originale e come luogo di cultura e arti. Il laboratorio che contiene inoltre l’archivio di Melih Bey di letteratura, musica, storia di Kadıköy e Moda, oltre ad essere utilizzato per la preparazione di nuovi farmaci è anche un luogo di sperimentazione di partiche di scrittura, ricerca, archivio.
Adonyl Elixir prende il suo nome da un efficace preparato, ipnotico e sedativo contro l’apatia, la depressione, l’insonnia e la rabbia prodotto nella farmacia Yeni Moda dal 1937 al 1945. Il luogo ricrea le cose accumulate, le poesie, gli elisir estinti di un farmacista. Piuttosto che essere una replica della farmacia Yeni Moda, è una proposta sulle forme che possono prendere le tracce di un momento vissuto in quel luogo perché rimangano nella nostra memoria prima che vadano perse. Cerca una risposta a queste domande: “È possibile che queste tracce si uniscano in una nuova finzione e parlino del passato? Possiamo mantenere il fascino delle cose che stanno per spegnersi e così curare noi stessi?”.
Le foto che vi proponiamo sono solo una parte di un progetto artistico più ampio, che ruota attorno alla figura del poeta farmacista Melih Ziya Sezer ed è dedicato alle persone che, come lui, fanno cose magiche con le mani e l’umorismo.
Adonyl Elixir è stato oggetto di una mostra esposta allo spazio Depo di Istanbul tra maggio e luglio 2016.
Fotografie e progetto artistico di ©Sezgi Abalı.