Turchia, cultura e società

Refik Durbaş – Tre poesie

in Scritture/Versi

BUSSOLA

Da tempo ho superato l’età
di mia madre quando è morta
le acque leali, i dolori
– e così pure il cielo
ma io ho i miei figli

Ormai ho raggiunto l’età
di mio padre quando è morto
era da straniero la sua lontananza,
la separazione era la sua estraneità
– e così la solitudine
ma io ho i miei amici

Ma il mio cuore ha ancora
l’età di mio figlio innamorato
– la bussola dell’affetto
ma io ho i miei ricordi

Due colombe, vita mia
si sono posate sulla spalla degli anni
una è la vita, l’altra è la morte
e se anche io ho il mio vissuto
in fondo una è Refik, l’altra Durbaş

 

PUSULA
Annemin öldüğü yaşı çoktan geçtim
suyun vefası ve acılar
– bir de gökyüzü
çocuklarım olsa da

Babamın öldüğü yaştayım artık
gurbeti sıla, sılası hicran
– bir de yalnızlık
arkadaşım olsa da

Ama gönlüm hâlâ
oğlumun âşık olduğu yaşta
– sevdanın pusulası
anılarım olsa da

İki güvercin ey ömrüm
yılların omuzuna tünemiş
biri hayat, öteki ölüm
yaşadığım olsa da

Biri Refik, öteki Durbaş aslında

 

Da: Nereye Uçar Gökyüzü (Toplu Şiirler II)
Adam Yayınları, 1998

 

ESTATE

Dalla terra sgorga il sangue. È l’estate
sui monti. Sono disseccate le mie sorgenti.
Sul mio volto sono seccati i garofani.
Lunghi sono i giorni, abbonda il mio appetito
Non ha più storia la mia oscurità. Sul mio capo
il vento dei giorni dal fresco chiarore
È l’estate. Il mio cuore
tra i volti candidi delle ragazze
e le loro lunghe gambe
adesso è un diluvio di uccelli

YAZ

Kan fışkırıyor topraktan. Yaz geldi
dağlara. Pınarlarım kurudu.
Yüzümde karanfiller kurudu.
Günler uzun, şehvetim bereketli
Karanlığımın tarihi artık yok. Başımda
aydınlığı tazelenmiş günlerin rüzgârı
Yaz geldi. Kalbim
bembeyaz yüzünde kızların
ve uzun ince bacakları arasında
bir kuş tufanı şimdi

Da: Kimse Hatırlamıyor (Toplu Şiirler II)
Adam yayınları, 1994

 

 

APPRENDISTA CERCASI

Mastro, ho le mani create per l’arte
la lingua per la bestemmia, il cuore per la pena
La morte tocca a me.
Tocca proprio a me, Mastro?

Dove va a finire l’affetto
e dove la separazione?
La solitudine tocca a me.
Tocca proprio a me, Mastro?

Dove va a finire la lontananza, Mastro,
e dove i ritorni?
La nostalgia tocca sempre a me.
Tocca proprio a me, Mastro?

 

 

ÇIRAK ARANIYOR

Elim sanata düşer usta
Dilim küfre, yüreğim acıya
Ölüm hep bana
Bana mı düşer usta?

Sevda ne yana düşer usta
Hicran ne yana
Yalnızlık hep bana
Bana mı düşer usta?

Gurbet ne yana düşer usta
Sıla ne yana
Hasret hep bana
Bana mı düşer usta?

Da: Kimse Hatırlamıyor (Toplu Şiirler I)
Adam Yayınları, 1994

[trad. N. Verderame]


Refik Durbaş (Pasinler, Erzurum, 1944 – Istanbul, 2018) è stato poeta, giornalista e autore di racconti per l’infanzia. Dopo il liceo a Izmir nel 1965 proseguì gli studi presso la Facoltà di lingua e letteratura turca dell’Università di Istanbul, senza mai laurearsi. Lavorò come giornalista per il quotidiano Cumhuriyet pubblicando i suoi versi sulle maggiori riviste letterarie turche tra gli anni Settanta e gli anni Duemila. Poeta molto attento alle tematiche sociali, ha cantato le sale da tè e i lavoratori del mercato, ma senza mai scadere nel retorico. Pubblicò il primo libro di poesie nel 1971, ma si impose con la raccolta Çırak Aranıyor (Apprendista cercasi, 1978) per la quale fu insignito del premio Yeditepe. Poeta molto apprezzato per la mescolanza di introspezione e ironia, la sua poesia riusciva a essere colta ma allo stesso tempo accessibile, tanto da farne un autore di culto per molti giovani lettori.

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