Turchia, cultura e società

Osman Kavala: 1000 giorni in prigione

in No Censura/Società

Lo scorso 27 luglio sono stati raggiunti ormai mille giorni di detenzione di Osman Kavala. Di seguito riproponiamo la dichiarazione rilasciata da Cem Özdemir e Claudia Roth, alla guida del partito tedesco Bündnis 90/Verdi, e quella di Osman Kavala stesso resa pubblica il millesimo giorno della sua incarcerazione.


Osman Kavala è trattenuto in custodia cautelare, pur essendo innocente, nel carcere di massima sicurezza di Silivri da ormai mille giorni. Osman Kavala e altri prigionieri politici sono tenuti in custodia perché il potere del presidente Erdoğan è stato chiaramente scosso. Il capo di stato indebolito teme le voci critiche degli attivisti per i diritti umani, dei giornalisti e dell’opposizione e ha perseguito tutto ciò che potenzialmente può rappresentare un insulto al presidente.

Il caso Kavala mostra che il presidente Erdoğan ha ormai quasi completamente eroso i principi fondamentali dello stato di diritto in Turchia. Quando si tratta dei suoi oppositori, il presidente non si occupa più di giustizia e giurisprudenza, le sue priorità sono invece l’estorsione e l’oppressione. Osman Kavala è stato arrestato per la prima volta nell’ottobre 2017. All’epoca era stato accusato di aver organizzato le proteste di Gezi Park. Nel febbraio 2020, poche ore dopo che Kavala è stato assolto da queste accuse inventate da un tribunale di Istanbul, è stato nuovamente arrestato. Questa volta l’accusa è di spionaggio. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte chiesto la sua scarcerazione. La mancata osservanza delle sentenze della CEDU rappresenta una flagrante violazione degli obblighi internazionali della Turchia.

Osman Kavala è uno dei più noti attivisti per i diritti civili in Turchia e un appassionato sostenitore della cultura e dello scambio. Per quasi 20 anni, ha promosso un dialogo sulla coesione sociale attraverso i confini etnici, religiosi e regionali con la sua fondazione Anadolu Kültür. È uno degli eccezionali ponti umani tra la Turchia e l’Unione Europea ed è esattamente ciò che Erdoğan rifiuta. I due arresti di Osman Kavala e i suoi 1000 giorni di carcere sono il simbolo dei tentativi di autoconservazione compiuti dall’autocrazia di Erdoğan.

Chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di Osman Kavala. Il governo federale e l’UE devono porre fine al loro assordante silenzio una volta per tutte e applicare la pressione politica ed economica per difendere Osman Kavala e gli altri prigionieri politici. I cittadini turchi devono poter riacquistare lo stato di diritto, la libertà di parola e la stampa senza censura. È nostra responsabilità sostenerli mentre lottano per il ripristino della democrazia e dei diritti umani.


Dichiarazione di Osman Kavala nel 1000° giorno della sua prigionia

Quando sono stato arrestato con due diverse accuse mille giorni fa e mentre continuavo ad aspettare per i successivi 16 mesi che lo stato d’accusa venisse emesso, tutto quello che mi è successo, pensavo, mi avrebbe rivelato e reso chiari i problemi nelle pratiche di detenzione e credevo che questi sarebbero stati risolti alla fine dello stato di emergenza. Ma ora capisco che le pratiche illegali nelle cause che hanno motivazioni politiche non sono considerate un problema; al contrario, tali pratiche sono diventate elementi essenziali delle funzioni e dei nuovi doveri affidati alla magistratura dopo l’istituzionalizzazione della mentalità dello stato di emergenza.

Nel nostro paese ci sono tribunali che lavorano nel pieno rispetto della Costituzione e della legge; ci sono membri della magistratura che adottano e difendono le norme legali. Tuttavia, quando si tratta di cause che coinvolgono persone specifiche o un dominio identificato dal governo come una priorità politica, ci si aspetta che la magistratura agisca in linea con le priorità politiche e non in conformità con le norme legali. È stato messo in atto un sistema parallelo di applicazione della legge che consente di tenere in prigione le persone che “avevano bisogno” di essere punite, indipendentemente dai fatti accertati e dalle informazioni concrete sulle loro attività.

Finché la strumentalizzazione della magistratura continua, nelle cause di natura politica , non sarà possibile assistere a un processo equo nel rispetto delle norme legali. Credo anche che la separazione delle associazioni degli avvocati attuata dal nuovo regolamento renderà la magistratura più vulnerabile all’influenza politica.

Nonostante tutto, e nonostante sia uno degli individui che più porta il peso di questa situazione in deterioramento, non ho perso la speranza. Se in seno all’opinione pubblica, alla società civile e soprattutto tra gli attori politici si riuscirà a concentrarsi sui principi dello stato di diritto e a collaborare per difenderli, si riuscirà a fermare questo andamento e aumentare così l’influenza dei membri del potere giudiziario che difendono le norme legali.

Per quanto riguarda la mia situazione, credo che dopo le nuove accuse inventate all’ultimo minuto per prolungare la mia detenzione abbiamo raggiunto un punto tale che non sarà più possibile trovare una copertura legale per l’illegalità in corso.

Osman Kavala, 27 luglio 2020

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