Questo mese la rubrica di Kaleydoskop dedicata alla satira torna a parlare dei grandi vignettisti del Novecento con Nehar Tüblek (1924-1994). Nato nella città macedone di Bitola, all’epoca parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, Nehar Tüblek emigrò a Istanbul con la famiglia quando era ancora un bambino. Cominciò a realizzare vignette negli anni del liceo, firmandosi inizialmente Gündüz, corrispettivo turco del suo nome ottomano che significa luce del giorno. Lo scrittore Yusuf Ziya Ortaç, fondatore e direttore del settimanale satirico Akbaba al quale Nehar Tüblek collaborò per diversi anni, amava ricordare che una maturità da adulto aveva caratterizzato tanto il suo tratto quanto il suo pensiero fin dagli esordi, nonostante la giovane età.
Nehar Tüblek lavorò per importanti quotidiani come Hürriyet e Günaydın e per molte riviste satiriche tra le quali ricordiamo 41 Buçuk e Dolmuş, fondate dal vignettista Turhan Selçuk che fu suo grande amico. Come lui, Nehar Tüblek fu molto presente nel panorama internazionale e ottenne diversi riconoscimenti anche in Italia, specialmente al Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera e alla Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte di Tolentino.
È tuttora ricordato come “il gentiluomo di Beşiktaş”, quartiere di Istanbul nel quale viveva immerso nell’atmosfera dei caffè e dei mercati, a stretto contatto con le persone comuni che erano la sua maggiore fonte di ispirazione, nonché i principali destinatari della sua arte.
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