Turchia, cultura e società

Un fagiolino d’oro per tutto il cinema turco

in Eventi/Schermi

Si è appena conclusa la 18^ edizione di Filmmor, il Festival itinerante del cinema delle donne. Quest’anno il tradizionale premio Fagiolino d’Oro/Altın Bamya non è stato assegnato né a un film, né a un regista, né a un attore ma a tutta l’industria cinematografica in Turchia. I Fagiolini d’Oro nascono dalla critica, dalla contrapposizione, dal desiderio di esprimersi contro la riproduzione e la rappresentazione di falsi miti, di percezioni e di opinioni sessiste sulle donne, sulla normalizzazione di questa discriminazione e sul restringimento dello spazio adibito alle donne nel cinema turco. Durante il 18° Festival itinerante del cinema delle donne, che si è svolto online dal 12 al 22 giugno, sono stati proiettati 38 film e si sono tenuti vari workshop, panel e interviste.

All’evento di chiusura presentato dall’accademica, traduttrice e ricercatrice Hülya Uğur Tanrıover, la critica cinematografica Alin Taşçıyan che è coordinatrice del programma di Filmmor nonché vice segretaria generale della FIPRESCI (Federazione internazionale dei critici cinematografici), nel discorso che ha preceduto l’annuncio del premio ha detto:

Mentre è in corso la pandemia di Covid-19 e i paesi sono in quarantena, i membri dell’Accademia cinematografica Fagiolino d’Oro stanno cercando di attirare l’attenzione su una malattia nell’industria cinematografica che era ritenuta tossica già in precedenza ma che è stata compresa meglio nel corso dei decenni. Guardando ai 146 film turchi usciti nel 2019, c’è stato un calo quantitativo rispetto ai 173 film turchi usciti nel 2018, ma non è stato fatto alcun progresso. La malattia autoimmune denominata ‘Homo Homini Lupus Masculinemachozus sistemico’ influenza direttamente la chimica del cervello. Ispessisce il rivestimento del cervello con uno strato sessista, provocando, specialmente nei lavoratori dell’industria cinematografica, una grave forma di insensibilità nei confronti dei non-uomini. Di conseguenza ne risulta un’industria cinematografica che riesce a descrivere solo stravaganze maschili, tensioni, pagliacciate, incoscienze, teppismo, malizia, miracoli, affari organizzati, debiti, tensioni, lacrime importate dalla Corea, demoni che fuoriescono dall’aldilà.

[di Mehmet Atak]

 

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