A più di tre anni dalla sua uscita di scena il settimanale umoristico Gırgır continua a destare malumori per la sua satira politica.
Fondato nel 1972, a lungo lettura imprescindibile delle giovani generazioni, settimanale più venduto nel paese durante il regime militare dei primi anni Ottanta e tuttora punto di riferimento per molti aspiranti vignettisti, Gırgır ha chiuso i battenti nel febbraio 2017. La chiusura è stata decisa dal suo gruppo editoriale in seguito alla pubblicazione di una vignetta che ha urtato la sensibilità religiosa sollevando indignazione e polemiche.
Nonostante la satira di Gırgır abbia abbandonato le edicole e gli scaffali delle librerie, c’è chi continua a mal tollerarla, soprattutto se ad essere preso di mira è Recep Tayyip Erdoğan.
Il mese scorso Serhat Yıldırım, un comune utente Facebook, si è ritrovato al centro di un’indagine per aver condiviso sul proprio profilo alcune vignette di Gırgır risalenti al 2014. Le vignette in questione accostano Erdoğan al demonio, alludendo al fatto che il primo è più spietato del secondo. L’indagine è partita in seguito a una denuncia per diffamazione effettuata in forma anonima.
Yıldırım ha spiegato al pubblico ministero di aver condiviso le vignette avendole trovate comiche e non con l’intento di insultare il presidente; si è comunque rifiutato di rimuoverle dal proprio profilo. Ha inoltre dichiarato di trovare inaccettabile il dover deporre davanti a un giudice per un simile motivo.