Turchia, cultura e società

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Terremoto / Arresti per gli studenti universitari in protesta

in Brevi/No Censura

In seguito al sisma che il 6 febbraio ha colpito dieci province della Turchia orientale, il Consiglio per l’Istruzione Superiore (YÖK) ha decretato la sospensione dell’attività in presenza in tutti gli atenei del paese. La motivazione addotta è utilizzare gli studentati come luoghi di accoglienza per le persone rimaste senza alloggio. La decisione ha sollevato numerose critiche in tutto il paese. In particolare si è sottolineato come dopo un trauma così profondo che sta segnando la popolazione tutta, garantire un ritorno per gli studenti universitari alla socialità, a momenti di condivisione e confronto, sia fondamentale.

Non sono mancate anche manifestazioni di studenti contro questa decisione del governo. Durante una protesta avvenuta a Istanbul il 20 febbraio, organizzata davanti al Teatro dell’Opera Süreyya a Kadıköy, 23 studenti universitari sono stati presi in custodia cautelare.

La protesta era stata vietata dall’ufficio del governatore distrettuale con la motivazione che avrebbe “provocato indignazione sociale, oltraggiando i valori nazionali, di coscienza e umanitari e minacciato la pace sociale”.

Nonostante il divieto, gli studenti universitari hanno cercato comunque di riunirsi davanti al Teatro dell’Opera Süreyya per organizzare la loro protesta. Nell’esprimere la loro contrarietà alla decisione di passare all’istruzione a distanza gli studenti hanno scandito slogan come “È lo Stato, non il terremoto, a uccidere”. A seguito dell’intervento della polizia, alcuni studenti che volevano disperdersi nelle strade laterali sono stati trattenuti.

Anche il deputato del Partito Democratico dei Popoli (HDP) di Istanbul Musa Piroğlu ha voluto porre attenzione sull’accaduto, denunciando attraverso i propri canali social il fatto che “Gli studenti che volevano protestare contro la decisione sulla didattica a distanza sono stati arrestati davanti al Teatro dell’Opera Süreyya di Kadıköy”.

 


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