Il giornalista musicale Barış Akpolat ha trascorso 200 ore con Ezhel, raccogliendo una serie di interviste che fanno luce sul viaggio musicale all’artista dai concerti in strada ad Ankara fino al tutto esaurito negli stadi, da una cella di prigione a Istanbul alla classifica dei più importanti artisti emergenti in Europa stilata dal New York Times nel 2019. Inoltre, il libro di Akpolat offre una panoramica delle idee politiche di Ezhel.
Nei giorni spensierati di inizio marzo, quando potevamo ancora passeggiare per Istanbul, stavo tornando a casa quando notai un volto familiare che mi osservava da un poster.
Il volto apparteneva al rapper turco Ezhel e il poster pubblicizzava un nuovo libro: Ezhel: Kazıdım Tırnaklarla del giornalista musicale Barış Akpolat. Il titolo del libro deriva dal testo di una canzone di Ezhel, e si può tradurre come “Mi sono fatto strada con le unghie e i denti”. Come indica una frase sfocata in copertina, Akpolat ha trascorso 200 ore con Ezhel, conducendo interviste che fanno luce sul viaggio musicale di Ezhel dai concerti in strada ad Ankara fino al tutto esaurito negli stadi, da una cella di prigione a Istanbul alla classifica dei più importanti artisti emergenti in Europa stilata dal New York Times nel 2019. Oltre che dalla stampa straniera, Ezhel è stato riconosciuto da artisti del calibro di Sezen Aksu, Sertab Erener, Moğollar, e Hayko Cepkin come una voce importante che ha portato il rap turco nel mainstream.
Eppure, il viaggio non è stato affatto facile. Come lo stesso Ezhel ha detto al New York Times: “Il rap mi ha fatto resistere alle mie difficoltà usando la mia arte”. Il libro di Akpolat colma alcune delle lacune nella storia dell’ascesa meteorica di Ezhel.
Akpolat ha lavorato per i giornali Hürriyet e Birgün. Come giornalista musicale ha pubblicato interviste ad artisti del calibro di Neil Young, Stevie Wonder, Alice Cooper e il rapper Ceza, nonché a membri dei Judas Priest, Deep Purple, Duman, e One Direction. Ha intervistato per la prima volta Ezhel nel 2017 per la serie 3N1K, pubblicata su YouTube. Il buon rapporto tra i due ha portato Akpolat a trascorrere diversi giorni come ospite presso la casa-studio di Ezhel e la sua crew nel quartiere Birlik Mahallesi di Ankara e il suo vivace libro, 164 pagine, è composto interamente dalle interviste condotte in quei giorni.
Sono stato a lungo un sostenitore della musica di Ezhel e, mentre tentavo di ottenere un’intervista personale con lui, mi sono ritrovato in contatto con il suo amico e collaboratore di lunga data DJ Artz (Efe Çelik). A quel tempo, Artz aveva da poco finito di guardare un documentario sul rapper americano Travis Scott su Netflix. “La storia di Ezhel è molto più grande”, mi disse. Le interviste di Akpolat confermano che la sua è stata davvero una corsa selvaggia.
Ezhel (Ömer Sercan İpekçioğlu) è nato ad Ankara il 1º luglio 1991. È cresciuto a Cebeci, nel bel mezzo dei quartieri borghesi della capitale turca e i suoi bassifondi. Suo padre lasciò la famiglia quando Sercan aveva un anno e continuò a fare figli con altre donne solo per divorziare successivamente. Quindi Sercan è stato cresciuto dalla madre, una ballerina folk professionista che lavorava nella compagnia di danza di stato. Venendo da una famiglia in cui la musica era fortemente presente, imparò a suonare il flauto di Pan già in giovane età.
Sercan ha mantenuto i suoi legami con la musica folk, ma il suo mondo cambiò quando in quinta elementare scoprì MTV a casa di un amico. Mentre i debiti rovinavano le finanze della sua famiglia e gli addetti al recupero crediti erano ormai divenuti a casa sua una visita ricorrente, Sercan trovò rifugio nel rap. 50 Cent, Ceza, e il film di Eminem “8 Mile” lanciarono un incantesimo sulla sua immaginazione. Inizialmente Sercan era un bravo studente, e vinse una borsa di studio al prestigioso TED Koleji di Ankara. Però, nonostante la sua conoscenza dell’inglese fosse (e continua ad essere) fantastica, iniziò presto a saltare le lezioni. Alla fine, si trasferì in una scuola superiore statale, e all’età di 15 anni abbandonò sia gli studi che la casa di sua madre. Iniziò a dormire sui divani degli amici e a dedicare il suo tempo alla musica. Sercan voleva diventare un rapper. Iniziò ad esibirsi con i nomi di CJ, Ice, Ais Ezhel, e infine solo Ezhel.
Come anticipato, Il libro di Akpolat offre anche una panoramica delle idee politiche di Ezhel. L’esperienza di appartenere a una famiglia della classe media impoverita ha cominciato a influire sul pensiero politico di Sercan quando ha scoperto Bob Marley. Ha iniziato così a studiare il rastafarianesimo, combinando quella filosofia con il senso di ribellione che aveva imparato dal rap. Poi, da adulto, ha iniziato a leggere pensatori anarchici come Bakunin e Kropotkin, unendosi infine al gruppo anarchico di Ankara Anarşi İnisiyatifi. Durante le proteste di Gezi Park del 2013 si unì al Kara Kızıl, gruppo di tifosi della squadra di calcio della capitale Gençlerbirliği fortemente schierato politicamente. Durante quel periodo Sercan era nelle strade, e uno dei suoi amici perse un occhio durante le manifestazioni.
Eppure, Sercan è critico nei confronti della sinistra organizzata. Nelle sue interviste con Akpolat sostiene che lo stile retorico della sinistra turca è rimasto stagnante. Lui preferisce un approccio più materialista: “Col tempo capisci che tutto prende forma sulla base delle condizioni dominanti […] Al di là di questo, mi sono allontanato da un approccio più politicizzato.” Questi commenti aiutano a spiegare perché Ezhel ha fatto un passo indietro rispetto ad alcune delle canzoni esplicitamente radicali dei suoi primi tempi, come Katili Katlet e Bombok. Eppure, il singolo dell’anno scorso Olay, con il suo video musicale incendiario, dimostra come egli consideri ancora la musica come un’arma di opposizione sociale.
Attraverso queste interviste si può anche vedere come Sercan passo dopo passo sia passato da Ais Ezhel, volto familiare nelle strade di Ankara e rapper rispettato tra gli appassionati devoti del genere, allo scala classifiche Ezhel, un artista che ha guadagnato ricchezza e fama all’età di 29 anni.
Il successo di Ezhel è dovuto al suo album di debutto Müptezhel. Dopo un periodo di collaborazione con altri rapper, Ezhel ha voluto pubblicare un lavoro da solista. Iniziò a lavorare con il produttore e beat-maker Bugy (Anıl Buğra Gürel), in uno studio composto da un seminterrato e un soggiorno nel quartiere di Dikmen ad Ankara. Anche se sapevano entrambi che le canzoni erano buone, non volevano pubblicare singoli ma aspettare di avere un intero album con un suono e una storia coerenti. Quando Müptezhel uscì nel maggio del 2017, fu l’album giusto al momento giusto. I fan del hardcore rap aspettavano la nuova musica di Ezhel da qualche tempo, eppure lo stile qui era qualcosa di diverso: con l’auto-tune pesante e il suo ritmo down-tempo, l’album si ascrive al genere trap, stile hip-hop associato innanzitutto con il sud degli Stati Uniti. Mentre la trap era già diventata completamente mainstream negli Stati Uniti, nessuno aveva ancora adattato questo stile al rap turco. L’album esplose, e la sua onda d’urto raggiunse non solo la scena rap, ma l’intero mondo musicale della Turchia.
Artz mi ha detto che la data di uscita di Müptehzel è stata posticipata di due settimane perché i due artisti non riuscivano nemmeno a mettere insieme i $50 dollari necessari per pubblicare l’album su Spotify. Mentre Ezhel e gli amici si aspettavano forse di vendere qualche migliaio di dischi e ripagare alcuni dei loro debiti, in poco tempo accumularono decine di migliaia di dollari di diritti per lo streaming e partirono per un tour di tre mesi, con più di 70 concerti. Quando iniziarono a fare il tutto esaurito negli stadi, divenne chiaro che avevano raggiunto un punto di non ritorno.
Il libro di Akpolat offre ricchi dettagli, da dietro le quinte, sul come e perché dell’ascesa di Ezhel al successo ma, essendo un libro pubblicato nel 2020, è un peccato che copra a malapena gli eventi dell’anno e mezzo precedente, durante il quale Ezhel è stato arrestato e successivamente liberato, si è trasferito quasi del tutto a Berlino per sfuggire alla repressione e ha iniziato un nuovo periodo di collaborazione con i rapper della diaspora turca, pubblicando un secondo album.
Kazıdım Tırnaklarla offre un’istantanea del periodo nella vita di Ezhel poco dopo il successo del suo primo album, prima che la storia diventasse ancora più impetuosa. Speriamo che venga dedicata più attenzione al tema in modo da comprendere a fondo il cambio di posizione del rap all’interno della scena musicale turca, il ruolo dei musicisti turchi sulla scena mondiale, e le trasformazioni che hanno plasmato la vita di Sercan, da parvenu sconclusionato a superstar in esilio.
[Kenan Bezhat Sharpe – trad. Lorenzo Baselice]
Questo articolo è apparso originariamente in inglese sul giornale online Duvarenglish.