Appena pubblicato da Le Assassine, casa editrice con un focus esclusivo sulla giallistica femminile, Il fiore di Farahnaz, prima indagine della sarta-detective Yıldız Alatan, personaggio creato da Yaprak Öz. Il romanzo ci trasporta a Zonguldak, città mineraria sulla costa turca del Mar Nero, negli anni compresi tra 1978 e 1980. Yıldız Alatan è una divoratrice di romanzi polizieschi e non perde neanche una puntata dell’amata serie TV con protagonista il tenente Colombo. Ha una figlia e una nipote che vivono a Istanbul, e abita col marito a Kılıç, un quartiere residenziale originariamente costruito per ospitare i funzionari americani impiegati nel settore minerario, con le rispettive famiglie.
Yıldız ha scritto un libro autobiografico, un giallo che riporta un caso realmente accaduto nel quartiere; il manoscritto era stato però rifiutato dalla casa editrice. Sarà la nipote Berrak, autrice della prefazione e della nota finale, a recuperarlo e realizzare così il sogno della nonna di vedere pubblicata la propria opera.
Il racconto si apre a fine 1978, quando Yıldız e le sue giovani vicine di casa Gül, Betty, Nazan e Figen, con i rispettivi mariti, si apprestano a festeggiare il capodanno. Yıldız e le amiche vivono una vita tranquilla e spensierata, tra serate al cinema, partite di canasta e villeggiature estive, nonostante nel mondo esterno le notizie siano tutt’altro che rassicuranti: la Turchia vive un periodo di violenza politica e il 1979 segnerà per l’Iran una rivoluzione che si riverbererà nel microcosmo di Kılıç.
Figen, moglie del direttore degli impianti minerari Orhan, nutre dei sospetti di infedeltà nei confronti del marito, e questa sarebbe un’occasione d’oro per Yıldız: potrebbe sfruttare la sua passione per i gialli per scoprire l’identità della donna misteriosa. Ma ben presto il quartiere è sconvolto da due fatti di inaudita gravità: il cadavere di Figen viene rinvenuto in fondo a un dirupo, mentre Gül, moglie dell’ingegnere Ahmet, è trovata legata e imbavagliata in casa. I sospetti ricadono immediatamente su Bekir il Pazzo, uno sbandato del posto. E se la polizia decide sbrigativamente di arrestare Bekir, l’intuito di Yıldız non si accontenta…
Il romanzo ha uno stile misurato e brioso, con passi dal ritmo molto veloce; se all’inizio prevalgono le parti più descrittive, che consentono a chi legge di immergersi appieno nelle atmosfere della provincia turca degli anni Settanta-Ottanta, man mano che Yıldız raccoglie i suoi indizi Il fiore di Farahnaz si trasforma in un romanzo da cui è difficile staccarsi, con sorprese e colpi di scena continui. Ogni capitolo si apre con la descrizione di un capo d’abbigliamento femminile uscito dalle sapienti mani della sarta detective. Si passa così da un tubino di seta con damaschi a fiori e maniche a sbuffo, a un tailleur di fresco lana scozzese con gonna svasata, da un abito da sera plissettato in seta bianca con scollo a V, alla mantellina in lana a spina di pesce, con alamari e colletto coreano che permetterà a Yıldız di incastrare la colpevole. Tra bluse e volant, pois e pied-de-poule, velluti e lamé, Il fiore di Farahnaz ci accompagna in un mondo ormai scomparso, dove sfogliare l’ultimo numero di Burda è fondamentale quanto scoprire chi ha turbato la sonnacchiosa vita di Kılıç.
Il fiore di Farahnaz di Yaprak Öz
(tit. or. Farahnaz’ın Çiçeği, Oğlak Yayınları, 2019)
trad. dal turco di Nicola Verderame
Edizioni Le Assassine, 2023, 344 pagine
ISBN 978-88-94979-51-0
20,00€