Opera del famoso architetto Alexandre Vallaury (1850-1921), Palazzo Prinkipo era stato inizialmente progettato per fungere da albergo di lusso e casinò sull’isola di Büyükada, una delle Isole dei Principi nel Mar di Marmara di fronte a Istanbul. Ai tempi l’isola era un rinomato luogo di villeggiatura per le famiglie più agiate appartenenti alle diverse comunità della città. Quando il sultano Abdülhamit II non diede l’autorizzazione per tale uso, l’edificio fu acquistato dalla moglie di un ricco banchiere greco per donarlo al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli a condizione che fosse adibito a orfanotrofio.
Fu questo l’uso che ebbe l’edificio fino al 1964 quando fu poi chiuso cadendo in un progressivo stato di abbandono. Da allora domina il paesaggio dalla collina dell’isola nel suo stato spettrale. Questo palazzo, riportando l’attenzione sulla storia della comunità greca di Istanbul e, più in generale, delle minoranze non musulmane, racconta del lento passaggio dello stabile da orfanotrofio della comunità greca di Istanbul a edificio abbandonato a causa delle politiche di discriminazione delle minoranze.
Conosciuto anche per essere il più grande edificio in legno d’Europa, l’orfanotrofio greco di Büyükada è stato inserito nel 2018 tra i “7 Patrimoni dell’umanità in pericolo” dall’organizzazione Europa Nostra. Questa selezione di foto del fotografo Murat Germen è stata preparata per la mostra 206 stanze di silenzio – studi sull’orfanotrofio greco di Prinkipo (206 Odalı Sessizlik: Büyükada Rum Yetimhanesi Üzerine Etüdler). Inaugurata nell’ottobre 2018 la mostra, che si è svolta presso la Scuola Greca di Galata, è stata curata da Hera Büyüktaşcıyan e oltre alle opere fotografiche di Murat Germen, ha ospitato i lavori di di Ali Kazma, Dilek Winchester e della stessa curatrice.
Un fotoreportage di ©Murat Germen