Con un pronunciamento del tribunale di Istanbul datato 14 marzo 2023 è stato ordinato il sequestro entro sette giorni del romanzo Rüyası Bölünenler (Quelli dei sogni interrotti, 2014) dello scrittore curdo di lingua turca Yavuz Ekinci, per “propaganda all’organizzazione terroristica PKK”.
Il romanzo ha per protagonista un uomo che, a differenza del fratello maggiore, della ragazza che ama e di molti suoi compagni di università, anziché unirsi alla guerriglia curda come inizialmente aveva promesso, decide di fuggire in Germania. Del fratello si perdono le tracce per ben dodici anni, mentre lui è divorato dal senso di colpa e dal rifiuto da parte del padre, agli occhi del quale non è più degno di alcun rispetto. Quando viene a sapere che il padre è gravemente malato, il protagonista decide di tornare nel paese d’origine e mettersi in viaggio per ritrovare il fratello, o almeno scoprire dove sia sepolto. Questa ricerca lo porterà a interrogarsi sulle proprie scelte e su come esse lo abbiano costruito come essere umano.
Nato nel 1979 a Batman, Yavuz Ekinci esordisce nel 2004 con la prima di tre raccolte di racconti premiate con importanti riconoscimenti nazionali e tradotte in numerose lingue, tra cui tedesco, inglese, persiano e giapponese. Nel 2010 pubblica il romanzo Tene Yazılan Ayetler (I versetti scritti sulla pelle), seguito nel 2012 da Cennetin Kayıp Toprakları (Le terre perdute del paradiso), Rüyası Bölünenler (Quelli dei sogni interrotti) nel 2014, Günün Birinde (Un giorno) nel 2016, tradotto in tedesco e greco, Peygamberin Endişesi (La preoccupazione del profeta) nel 2018 e Belki de Dünyanın Sonundayım (E forse sono alla fine del mondo), uscito nel 2022. Le sue opere sono in corso di ristampa presso la casa editrice Everest Yayınları. Ekinci è anche autore di serie televisive e sceneggiature per il cinema.
A metà marzo 2023 era stato ordinato il sequestro di due altre opere letterarie, stavolta per oltraggio alla morale: il romanzo femminista Vişnenin Cinsiyeti (tit. or. Sexing the Cherry) di Jeanette Winterson e Tapınak Fahişeleri (Le prostitute del tempio) del giallista Ahmet Ümit. A proposito del sequestro dell’opera Rüyası Bölünenler, Yavuz Ekinci ha emesso un comunicato che pubblichiamo qui in traduzione italiana:
Un comunicato sulla causa intentata contro il mondo della finzione…
Su richiesta della Procura della Repubblica, la Settima sezione della Corte Penale di Istanbul ha decretato il sequestro del mio romanzo Rüyası Bölünenler.
Il romanzo è stato pubblicato dalla casa editrice Doğan Kitap nel 2014. Sono trascorsi nove anni esatti dall’uscita. Da nove anni questo mio romanzo è ristampato, distribuito, venduto e letto. Che ora se ne ordini il sequestro non è utile né alla Turchia di oggi, né tantomeno alla Turchia futura.
Gli interventi contro la letteratura e l’arte, la censura e i divieti (sequestrare i libri, bruciarli, proibirli, imprigionare gli autori) non servono ad altro che a far rivivere il passato. Così come gli atti di proibizione del passato oggi ci appaiono patetici, ridicoli e vani, altrettanto chi oggi mette in atto simili divieti apparirà domani patetico e ridicolo.
Il romanzo è finzione. Che il mondo creato da me appaia come reale agli occhi di una corte dimostra la forza della mia letteratura e rivela l’approccio della corte stessa verso la letteratura. La causa intentata contro il mondo di un’opera di invenzione è astratta. D’altro canto, giudicare quell’opera, vietarla, sequestrarla è un atto politico. Potrà mai un tribunale emettere una condanna alla detenzione per i personaggi di Rüyası Bölünenler e farli imprigionare? Se siete forti abbastanza, prego: arrestateli pure e gettateli in prigione.
Yavuz Ekinci