In uscita il 24 febbraio il primo romanzo di Ayhan Geçgin tradotto in Italia, Lungo cammino, pubblicato da Utopia Editore e tradotto dalla nostra Giulia Ansaldo.
Un romanzo che tocca alcune delle questioni fondamentali della società turca e della storia recente in particolare, dalle rivolte di Gezi agli abusi di potere della polizia, dagli sfratti forzati in nome della trasformazione urbana alla militarizzazione di alcune aree del paese, dal lavoro precario alla lotta dei guerriglieri curdi, ma senza mai nominare esplicitamente niente di tutto questo e che al tempo stesso mette in luce la condizione umana universale.
Un giovane uomo decide di lasciare la sua casa a Istanbul dove vive con la madre per trovare riparo su una montagna, vuole camminare tracciando una linea dritta fino a un luogo che lo metta al riparo da tutto, a cominciare dalla voce umana e dai rumori. Un cammino difficile, ostacolato da condizioni pratiche esteriori ma anche dalla condizione psicofisica del protagonista, senza nome, che a mano a mano perde lucidità, non capisce più il senso del suo viaggio, eppure continua fino a quando, come dice lui stesso “ho perso ogni misura”. In un alternarsi di voci, dalla prima alla terza persona, che contribuisce a calarsi sempre più nel personaggio e nelle sue vicende, confuse, immaginate, o vissute, il libro si interroga su aspetti dell’esistenza umana, dal posizionamento di ognuno rispetto alla società, alle relazioni tra esseri umani, e rimanda l’interrogativo al lettore che intraprende il lungo cammino insieme al protagonista.
Pubblichiamo un estratto dell’introduzione del libro su gentile concessione dell’autore della stessa e editore di Utopia, Gerardo Masuccio:
“L’incontro con Ayhan Geçgin è stato folgorante. Da molti mesi ero alla ricerca di un romanziere che avesse intrapreso il percorso dei grandi esistenzialisti del passato, calcando quelle orme con la modernità di un passo nuovo, ma sempre antico, come deve essere quello della vera letteratura. Un cantore della condizione umana che mi suggerisse, da lettore, svolte e direzioni nuove nel mio cammino esistenziale.
È stata Giulia Ansaldo a suggerirmi il nome di questo scrittore turco pressoché inedito in Europa ma già acclamato in patria, dove la raffinatezza dei suoi libri e la complessità del suo pensiero hanno intercettato l’attenzione di un pubblico vasto. Per un lettore come me, che tiene i libri di Buzzati, Camus e Dagerman sempre sulla mensola della consultazione immediata, è stata una scoperta inattesa. Tutto il lavoro di un editor trova compimento in momenti così. E sono rarissimi. […]
Il protagonista del suo primo romanzo – che Ayhan in poche settimane ha affidato a Utopia, che intanto la stessa Giulia ha tradotto e di cui tra poco sarà rivelato il titolo – è un uomo senza nome che si mette in viaggio, ma ignora la meta. Non gli importa più niente. Dubita perfino di esistere. Il dopo segue il prima, ma non per lui. Il sopra domina il sotto, ma non per lui. L’oltre confina con il qui, ma non per lui. O, almeno, non più. È l’essere umano che sfida le convenzioni sociali e si osserva dentro, a rischio di affogare nell’abisso suo e dell’umanità, l’abisso di una condizione ineffabile, quel nulla su cui l’uomo ha apportato infinite variazioni. Il viaggiatore senza nome di Geçgin è un nuovo Meursault, è un nuovo Drogo, è l’uomo che cammina sulla lastra delle proprie condizioni fragili. È l’uomo che, su un foglio in bianco, apre e chiude una parentesi intorno al vuoto. E in questo modo rappresenta appieno la sua stessa vita.”
(tit. or., Uzun Yürüyüş, Metis, 2015)
tr. dal turco di Giulia Ansaldo
Casa Editrice Utopia, 2023, 176 pagine
ISBN: 1280084596
18,00€