Turchia, cultura e società

Haydarpaşa, destino in bilico per la storica stazione

in Società

Tra le numerose trasformazioni urbane che hanno modificato il volto di Istanbul negli ultimi vent’anni si inserisce il dibattito tra conservazione della memoria storica e innovazione. La vecchia stazione di Haydarpaşa è un esempio di questa contraddizione.


La questione relativa a cosa ne sarà della stazione di Haydarpaşa, uno dei più importanti nodi ferroviari di Istanbul, ha fatto breccia nel dibattito pubblico la scorsa settimana, quando sui social sono stati diffusi due hashtag #HaydarpaşaGardırGerisiYalandır (Haydarpaşa è una stazione, il resto è una finzione) e #Haydarpasagardırgarkalacak (Haydarpaşa è una stazione rimarrà tale). Questo dibattito è tutt’altro che nuovo. La storica stazione ferroviaria, costruita 112 anni fa, è stata resa inattiva nel 2010 e il terminal della linea ferroviaria dall’Anatolia che avrebbe dovuto essere Pendik-Tavşantepe è stato trasferito a Kadıköy-Ayrılık Çeşmesi.

Il dibattito si è riacceso per due ragioni. Quando la deputata del Partito Democratico dei Popoli (HDP) Filiz Kerestecioğlu ha riportato all’attenzione l’importanza della stazione ferroviaria il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Adil Karaismailoğlu, ha risposto: “Haydarpaşa appartiene al passato. Nella nuova Turchia c’è spazio solo per il Marmaray (tunnel ferroviario costruito sotto il Bosforo)”. Inoltre, la municipalità di Istanbul ha organizzato un concorso per la riprogettazione della piazza di Kadıköy, nel quale è stato presentato un progetto che prevede la riconversione di Haydarpaşa in un museo. Il progetto in questione era tra i finalisti ed è stato messo al voto.

Con Haydarpaşa il governo sta facendo quello che generalmente viene fatto prima di portare avanti grandi opere pubbliche, ovvero procedere facendo passi falsi per valutare il livello di opposizione finché le circostanze non si dimostrano adatte. I progetti precedenti, tra cui l’AKM, il Galataport e il Kabataş Seagull, hanno richiesto ingenti capitali e causato danni irreversibili alla vita urbana.

In un primo momento, la municipalità di Istanbul era stata esclusa dal bando di concorso per Haydarpaşa ma recentemente ha ospitato un concorso di design il cui slogan ‘Istanbul è tua’ pone l’accento sulla partecipazione pubblica e democratica dei cittadini. La giuria del concorso ha valutato il progetto come uno dei primi tre e inevitabilmente questo progetto è in linea con il governo. Come è prevedibile, le persone sono confuse in quanto il governo etichetta la propria politica pro-capitalista come ‘ottimizzazione degli spazi urbani e dei luoghi storici dismessi a beneficio del pubblico’.

Il prestigio di un edificio che diventa museo è indiscutibile ma dal momento che ogni centimetro di Istanbul viene saccheggiato, è facile lasciarsi ingannare dall’idea della città-museo. Un esempio eloquente è il piano, promosso dal governo, di ricostruzione della caserma militare di Taksim (Topçu Kışlası) che prevedeva la rimozione del parco di Gezi. Il progetto avrebbe trasformato il parco in un centro commerciale.

Per mitigare le reazioni contro il rifacimento della stazione di Haydarpaşa, le autorità hanno dichiarato che il progetto contemplava la realizzazione di un museo. Quel museo è ora incluso nel controverso progetto di ristrutturazione della Torre di Galata. È evidente che una metropoli come Istanbul non può essere trasformata in un museo. Un museo non è altro che un luogo dove vengono esposti i cimeli del passato. Il trasporto ferroviario può sembrare un metodo di trasporto datato e obsoleto quando esistono enormi autostrade interurbane e acquistare un biglietto aereo è diventato semplice quanto comprarne uno per l’autobus.

Tuttavia il problema non è solo la conservazione o la creazione di nuovi spazi pubblici, ma riguarda anche le politiche sui trasporti e sull’energia che dovrebbero essere attuate tenendo conto dell’interesse pubblico. Ciò che viene nascosto dal ministro Karaismailoğlu è che il Marmaray della nuova Turchia aumenta la dipendenza energetica del Paese. Tali politiche coinvolgono linee aeree, ponti e autostrade considerati lussuosi, con pagamenti garantiti all’operatore del progetto.

Ci sono diversi esempi nel mondo di stazioni storiche che continuano a funzionare come tali, tra cui la ferrovia ad alta velocità che collega Parigi ad Amsterdam (un viaggio di quattro ore piacevole e facile) che parte dalla celebre Gare du Nord nel centro di Parigi e termina con la storica Stazione Centrale di Amsterdam. In entrambe le stazioni, le ferrovie, i treni e i vagoni sono stati ristrutturati e continuano a funzionare da 200 anni. La loro continuità operativa non è il risultato di un rigido protezionismo ma soprattutto della continuità delle politiche di trasporto di entrambi i paesi.

In sintesi, Haydarpaşa dovrebbe rimanere una stazione e continuare ad essere utilizzata come tale, non solo per tutelare un punto di riferimento della memoria urbana, ma anche perché sono contrario a interventi che arrecano danno pubblico e che contrastano il processo di modernizzazione della città.


Articolo uscito in originale sul portale DuvarEnglish a firma Hakkı Yırtıcı.
Traduzione di Elena Pincione.

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