La Turchia ha perso il suo fotografo per antonomasia. Ara Güler, il cui vero nome era Aram Gülerian, si è spento ieri a Istanbul, dove nacque nel 1928 da una famiglia di origine armena. Il pubblico più vasto lo ha conosciuto attraverso le foto in bianco e nero della sua città, scattate tra gli anni ‘50 e ‘60, preziosa testimonianza di un’umanità ormai quasi cancellata dalla memoria. Immagini che hanno accompagnato nel libro omonimo anche la Istanbul descritta da Orhan Pamuk. “Per me la vecchia Istanbul non è ancora sparita completamente”, aveva detto Güler in un’intervista rilasciata al giornale Tempo nel 2015, “anche lei è affetta dalla stessa malattia che ha colpito la società. Ma se ne libererà”.
Lo si poteva incontrare mentre passeggiava tra le strade di Beyoğlu e spesso, negli ultimi anni, seduto nella sua caffetteria adiacente a piazza Galatasaray. Era ironico, a volte cinico e scurrile nelle interviste concesse. Ma la notorietà del maestro si deve anche ai suoi ritratti. Da Picasso a Dalì, da Churchill a Orson Welles e Nazim Hikmet, fino al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan nel 2015, il fotografo ha immortalato numerose personalità del mondo dell’arte e della politica. Tra questi ci fu anche l’amico Yaşar Kemal, che definì gli scatti di Güler “un’epopea anatolica”.
Ara Güler separava nettamente la “fotografia artistica” da quella “documentaristica” e lui stesso preferiva definirsi un fotoreporter e si considerava uno “storico visuale”. Alla fine degli anni ‘50 fu reclutato da Henri Cartier-Bresson per l’agenzia Magnum e fu il primo corrispondente dal Medio Oriente per il quotidiano Times lavorando, tra gli altri, anche per Paris Match e Der Stern. Güler è stato pluripremiato per le sue foto, pubblicate in diversi paesi ed esposte in mostre permanenti in Francia, Germania e Stati Uniti.
Con la sua scomparsa se ne va un altro lucido osservatore della storia e società turca, lasciando in eredità un archivio di oltre due milioni di foto, che nell’intenzione del fotografo hanno lo scopo di ridare alle persone la memoria delle loro vite e sofferenze.
RIP Ara Güler.