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Musica dal vivo: divieto prolungato

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MUSICA VIETATA DOPO MEZZANOTTE
– Domani ogni uomo dovrà provare questa ciabatta! Colui che riuscirà a indossarla sarà il misterioso colpevole!!!
(İpek Özsüzlü, Bayan Yanı)

 

Una delle misure di contenimento del contagio di Covid-19 messe in atto dal governo turco durante l’emergenza pandemica riguarda la musica dal vivo. Insieme al divieto di uscita per determinate fasce d’età, al coprifuoco, alla chiusura di scuole e università e ad altre misure simili a quelle adottate in Italia, in Turchia è stato stabilito che qualsiasi manifestazione musicale dal vivo sarebbe dovuta terminare entro mezzanotte.

Due anni dopo, mentre la maggior parte delle misure prese nel contesto pandemico è stata abbandonata, il limite orario per la musica dal vivo resta.

Lo scorso marzo, nei giorni in cui cadeva l’obbligo di indossare la mascherina, il ministro della Salute Fahrettin Koca annunciava che anche il limite concernente la musica dal vivo era di prossima rimozione. Tuttavia, così non è stato. Nel mese di maggio tale limite è stato solo parzialmente rivisto ed esteso di un’ora. Attualmente quindi, il divieto scatta all’una di notte.

Questa decisione ha fatto infuriare musicisti e altri operatori del settore, che hanno protestato mettendo in luce l’incongruenza del messaggio che consapevolmente o no si vuole passare. Ovvero che la musica è più pericolosa del virus stesso.

Riecheggiano inevitabilmente le parole del presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdoğan che qualche mese prima, proprio a proposito del limite orario per la musica dal vivo, aveva affermato che nessuno ha diritto di arrecare disturbo agli altri durante la notte. Eppure, come in molti hanno notato, durante lo scorso Ramadan questa regola non ha intaccato l’attività dei davulcu, i suonatori di tamburo che proprio nel cuore della notte suonano di strada in strada affinché chi osserva il digiuno si svegli in tempo per consumare l’ultimo pasto prima del sorgere del sole.

Come ha osservato la cantante Gaye Su Akyol, nel momento in cui il limite orario per la musica dal vivo resta in vigore più a lungo del codice HES (un sistema di tracciamento del contagio simile alla nostrana Immuni), è chiaro che siamo di fronte a una questione ideologica, a una pratica reazionaria.

La vignetta di apertura è di İpek Özsüzlü per il mensile satirico Bayan Yanı.

(vm)

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